Apr 25, 2020 - BFC, Bologna, Calcio, Una Storia    Commenti disabilitati su 25 aprile – Mai così vicini

25 aprile – Mai così vicini

DINO FIORINI – ARPAD WEISZ

Questa è la storia di uno sportivo che si consuma quasi un secolo fa. È però tinta di giallo e dopo tanto tempo se ne parla ancora. Dino Fiorini nasce a San Giorgio di Piano il 15 luglio 1915. Ha una grande passione: il giuoco del calcio. È molto veloce e cresce nelle giovanili del Bologna. Debutta in Serie A contro la Pro Patria a diciassette anni e undici mesi. Viene impiegato come difensore di fascia sinistra, è rapido e ha importanti doti atletiche; lo immagino efficace come il miglior Mitchell Dijks dei nostri tempi.

Mai Così ViciniDino Fiorini debutta l’11 giugno 1933. In forze al Bologna ci sono Biavati, Sansone e Schiavio che realizza 25-30 gol a stagione. È una società che punta ai primi posti in classifica. L’allenatore è un conte Ungherese: József Nagy. Il Bologna vince e diverte. Nel campionato di Serie A 1931-32 è secondo. Nel 1932 vince la Coppa dell’Europa Centrale, la Mitropa Cup.

La grande svolta della società avviene il 26 gennaio 1934, quando inizia la lunga presidenza Renato Dall’Ara. Il Bologna diventa campione della massima seria quattro volte nel decennio: 1936, 1937, 1939 e 1941. Nel 1937 vince il Torneo Internazionale dell’Expo Universale di Parigi, sconfigge i francesi del Sochaux, lo Slavia Praga e in finale segna quattro gol al Chelsea, subendone uno. È una vittoria rilevante, in quanto il calcio è un vanto e un’invenzione degli inglesi. Il Bologna diventa “lo squadrone che tremare il mondo fa!”

Nel 1935 il giovanissimo commissario tecnico del Bologna è Arpad Weisz. Nato in Ungheria, proveniente dall’Ambrosiana, dove ha vinto il torneo di massima serie nel 1930 e allenato un attaccante di pregio: Giuseppe Meazza. Weisz rimane a Bologna fino al 1938 prima di partire per l’Olanda. A causa delle leggi razziali trova rifugio nei Paesi Bassi allenando il Dordrecht. Purtroppo la storia ci ricorda che a quel tempo è considerato un crimine appartenere a una determinata etnia, viene arrestato e deportato prima a Westerbork poi ad Auschwitz dove muore tragicamente il 31 gennaio 1944. Quante gioie gli ha regalato il calcio e quante gliene ha tolte la crudeltà dell’essere umano.

Dino Fiorini è un incredibile terzino di fascia e Arpad Weisz lo descrive così: “Quando Fiorini salta per colpire il pallone di testa, sembra di vedere una scultura, talmente meraviglioso e perfetto è il suo stile” “Poderoso…Estroso…A tratti Insuperabile” “Ogni tanto adopera una finta con cui mette in imbarazzo i propri compagni di squadra” Quante gioie e quante soddisfazioni professionali. Quanti momenti vissuti in gruppo nello spogliatoio e quanti segreti.

Possibile che Dino Fiorini sia un militante scelto della Guardia Nazionale Repubblicana?
Si lo è! Proprio quel corpo dell’esercito che dà la caccia ai partigiani? Si proprio così!
Cosa significa essere schierato con i fascisti? Quindi avrebbe dovuto dar la caccia al suo allenatore? Durante gli anni del conflitto l’avrebbe dovuto portare in un campo di concentramento a morire di sofferenze e stenti? Qualcosa non torna. Dino Fiorini è stato ucciso a Monterenzio nel 1944 per mano della resistenza ma nei verbali, la moglie dichiara che Dino vuole unirsi a Mario Musolesi “Il Lupo” il comandante delle brigate partigiane.

In una bancarella in via Marconi, ho trovato un libro, scritto da Piero Stabellini è intitolato Dino Fiorini “Chi ha ucciso il terzino del Bologna?” È la ricostruzione storica biografica di questo atleta, un ragazzo che ha trovato la morte troppo presto, che le testimonianze di allora, non hanno chiarito i dubbi legati alla sua scomparsa. È deceduto per mano dei partigiani? Voleva unirsi a loro? Venne eliminato per motivi politici? È stato vittima di un omicidio passionale? Infatti aveva messo incinta la sua amante, una bolognese e il marito non si dava pace. Il corpo non è mai stato trovato. E’ possibile dare luce a quanto è successo?

È una storia tinta di giallo e dopo tanto tempo se ne parla ancora, soprattutto in giornate come questa, il giorno che ricorre alla Liberazione, Anniversario della Resistenza. La storia va studiata, capita, ricordata e mai rinnegata. Alcuni delitti non si cancelleranno mai. I fatti storici vanno analizzati, spiegati, studiati con metodo scientifico ma anche vissuti dal punto di vista umano. Il 25 aprile deve unire come ha fatto lo sport per tutte quelle persone. Mai così uniti, mai così vicini, come in questo periodo.

#NICOLARIZZOLI

 

Mai Così Lontani

25 aprile – Mai così viciniultima modifica: 2020-04-25T00:06:23+02:00da nickrizzoli
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