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Apr 21, 2020 - anni80, Calcio, Italia Campioni del Mondo    Commenti disabilitati su Cronaca 11 Luglio 1982

Cronaca 11 Luglio 1982

A Numana c’è una lunghissima scalinata che collega una piazza a Sirolo, il paese limitrofo.
É la sera del 11 Luglio 1982 c’è una folla immensa a esultare, io sono un “cinno” di undici anni. La mia famiglia ha un cane che salta e abbaia, è molto impressionato dal caos, dalle urla e dagli schiamazzi. Al termine della partita Italia-Germania Ovest, il telecronista Nando Martellini ha gridato per tre volte «campioni del mondo». È l’anno della trasfigurazionpallone82e in felicità di Tardelli dopo il secondo gol degli azzurri al minuto 69. Il capocannoniere del Mundial, Paolo Rossi ha già segnato tre gol al Brasile e due alla Polonia di Boniek in semifinale. Ieri mattina, in spiaggia ho sentito due ragazze che parlavano sotto l’ombrellone e proclamavano Antonio Cabrini il più sano del torneo. Il primo girone l’abbiamo passato quasi per miracolo, il secondo invece facendo un miracolo. Poi passiamo anche la semifinale ed ecco quella indimenticabile serata: 11 Luglio 1982
Allo Stadio Santiago Bernabéu di Madrid ci sono 40.000 italiani ad assistere, l’arbitro è il brasiliano Coelho. In tribuna ci sono il Re di Spagna e il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. a Marini rimasto in panchina con Bordon, Dossena Causio. Altobelli sostituirà Graziani pochi minuti dopo l’inizio per infortunio. La Germania Ovest di Karl-Heinz Rummenigge, Briegel, Littbarski e Stielike è un avversario molto spigoloso e temuto, rivale storico degli azzurri. Poi un sospiro profondo per tutti i tifosi quando al 25′ Briegel, con i suoi tipici calzettoni abbassati, colpisce duramente Conti in area, l’arbitro sancisce la massima punizione ma Cabrini sbaglia il rigore. Ancora tra i ricordi, i tantissimi falli su Oriali ed è proprio da una punizione battuta in fretta da Tardelli che apre a destra per Gentile che crossa, palla sfiorata da Altobelli e Rossi al 58′ segna il primo gol. Il raddoppio di Tardelli al ’24 del secondo tempo, prima se la aggiusta col destro poi tira con il mancino, su passaggio di Scirea sempre dalla destra. 1982Al ’81 il contropiede di Conti che corre per oltre metà campo, passaggio ad Altobelli che dribbla il portiere Shumacher e segna il tre a zero. Due minuti dopo il gol della bandiera della Germania con Breitner su passaggio da punizione, ma il tempo è ormai scaduto. Il recupero è inesistente visto che il ritmo di gioco è sempre altissimo con pochissime soste, non si perde certo tempo. L’esultanza del nostro presidente che passerà alla storia poi la premiazione e la consegna del pregiatissimo torneo, il giro di campo, la grande festa e il tripudio dei giocatori.
Rispetto ai tempi moderni il gioco è veloce, si corre di più e le entrate sono molto dure. I giocatori non occupano le zone ma sono molto più attenti al proprio ruolo e alle marcature, si giocano molti palloni in profondità. Un gioco maschio, spigoloso e veloce, con pochissime soste e perdite di tempo, anche da parte dei portieri.

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Apr 19, 2020 - Calcio    Commenti disabilitati su Il CALCIO TOTALE, TOTALE PASSIONE

Il CALCIO TOTALE, TOTALE PASSIONE

pallone Il mio primo ricordo calcistico riguarda i boati del pubblico pagante in Curva Andrea Costa dello Stadio Comunale di Bologna, che facevano vibrare le finestre di casa, infatti abitavo a pochi passi dall’impianto sportivo. In gioventù era possibile entrare allo stadio e assistere gratis agli ultimi minuti di partita perché venivano aperti i cancelli. Ora sarebbe impensabile. Con il passare degli anni, Bologna ha subito un enorme mutamento. È cambiata la gente che gira e che vive nel centro storico, è cambiato tutto tranne i tifosi, che da allora non sono mai cambiati, anche se sono passati i decenni. A Bologna può cambiare tutto: l’architettura, la cultura, la politica tranne la cucina e il calcio. Questi due aspetti culturali rimarranno sempre marcati e vivido, vissuti con un’atmosfera tutta particolare. Credo anche nella altre piazze come Roma, Firenze, Genova, Bergamo, Torino, Milano e in tutta Italia, il tempo trasforma e cambia gli italiani ma la passione per il calcio mantiene ancorati ad alcune tradizioni. Nel tempo questi modi di vivere e di essere saranno inalterati.

Negli anni settanta giocavo a pallone con delle scarpe poco eleganti, ereditate da un mio amico a cui era cresciuto il piede più in fretta. Con quelle scarpe con sei tacchetti, da campo pesante, ci feci due campionati poi ne comprai delle altre nuove. Giocavamo sempre a calcio, ovunque trovassimo uno spiazzo accessibile. Nei cortili della parrocchia, delimitando le porte con due sassi e giocando anche in una ventina in un rettangolo di asfalto largo come un campo da calcetto. Per spiare qualche attimo di partita, si andava lungo i portici della Basilica di San Luca perché da li si poteva scorgere un pezzetto di campo, almeno fino alla ristrutturazione dell’impianto sportivo, avvenuta con i Mondiali del ’90.

Panorama2

Qualche volta si andava ad assistere alla partita, non come lo zio eche aveva abbonato tutta la famiglia, con mio padre, in quel periodo si ascoltava la radio. La trasmissione era “Tutto il calcio minuto per minuto” con gli interventi da tutti i campi di Enrico Ameri, Nicolò Carosio, Sandro Ciotti. Nel tardo pomeriggio in televisione guardavamo la Domenica Sportiva con Paolo Valenti. Mi ricordo un pomeriggio, a fine allenamenti della squadra, che con alcuni amici, andammo a chiedere l’autografo a Zinetti, a Chiodi, a Colomba. Poi il debutto di Roberto Mancini, avevo dieci anni, ma chi se lo scorda? Chiesi l’autografo anche a lui, senza neanche sapere chi era e chi sarebbe diventato.

Ho appena rivisto il documentario “Il profeta del gol” di Sandro Ciotti, mi sono tornati alla mente tanti ricordi. La sigla iniziale composta da Bruno Martino è una perfetta macchina del tempo che traghetta a metà degli anni settanta. Il film racconta della nazionale olandese quale perfetta espressione del calcio totale, lo stile di gioco che fa ruotare i ruoli, avvicendando le posizioni degli atleti. Racconta di Johan Cruijff considerato un calciatore fra i migliori di tutti i tempi. Ciotti intervista Zoff, Mazzola Chinaglia, Rivera e il grande Giacomo Bulgarelli. Ripercorre le gesta della Nazionale dei Paesi Bassi rivelazione del Mondiale 74 in Germania e del 78 in Argentina classificandosi per entrambe l’edizioni al secondo posto. Forse Cruijff è un dei primi ricordi del calcio stellare, uno sport che a quei tempi aveva una dimensione più umana. Una grande passione che non potrà mai mutare.

 

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