Apr 24, 2020 - Calcio, Finali Mondiali    Commenti disabilitati su GERMANIA CAMPIONE

GERMANIA CAMPIONE

FINALI MONDIALI: BRASILE 2014

In Brasile2014 l’Italia non passa la fase a gironi. Nella prima partita gli azzurri vincono 2 a 1 contro Inghilterra ma prendono due rasoiate consecutive, perdendo per 1 a 0 contro Costarica e Uruguay, che invece superano il turno. L’Italia è tra le favorite, ma i numeri non bastano. Alcuni giocatori in rosa sono tra i più forti al livello internazionale, il blocco difensivo rodato della Juve: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, assieme a Marchisio e Pirlo, poi ancora Darmian, De Sciglio, De Rossi, Insigne, Balotelli, Cassano, Immobile. I nostri giocatori dal Paris Saint-Germain: Sirigu, Motta e Verratti, l’allenatore è Prandelli. Stessa sorte nel 2010 in Africa, l’Italia non passa la fase a gironi e i tifosi del Bel Paese hanno smesso di sorridere dalla vittoria 2006.

Germania Cammpione

Germania Cammpione

La Germania Campione del Mondo i Svizzera nel 1954, nel 1974 battendo in finale la temuta Olanda di Cruijff e infine a Roma per l’edizione Italia’90. Nel 2014 a ritmo di samba batte in finale l’Argentina del temuto Messi. Quanto è bella la rose tedesca del 2014? Neuer, Lahm,Boateng, Hummels, Höwedes, Kramer, Khedira,Schweinsteiger, Thomas Müller, Götze, Kroos, Mesut Özil, Klose e Podolski … L’allenatore è Joachim Löw. Nella partita inaugurale la Germania si impone sul Portogallo di Cristiano Ronaldo per 4 a 0. Subito chiariscono sul campo con chi avranno a che fare gli avversari che l’affronteranno. Muller si presenta con una tripletta. Si classifica prima nel suo girone pareggiando con Ghana e vincendo il match con gli Stati Uniti. Anche l’Argentina termina al primo posto a pieni punti, battendo in ordine Bosnia ed Erzegovina, Iran e Nigeria.

I giochi si fanno duri e l’Argentina passa i turni contro la Svizzera di Lichsteiner, Shaqiri, Dzemaili, Behrami e Inler. Vince contro il Belgio di Lukaku, Mertens e Hazard poi l’Olanda di Robben, Van Persie, Blind, de Guzman e Sneijder. La Germania invece riesce a vincere contro Algeria, Francia campione del mondo uscente. In semifinale la Germania impone una sconfitta storica al Brasile davanti al suo pubblico. Il Brasile perderà con l’Olanda per 3 a 0 anche la finale per il terzo e quarto posto. Vanno a segno Müller, Klose, Khedira, due volte Kroos e Schürrle e vincono 7 a 1. Il 2014 è l’anno della Germania. La finale è a Rio de Janeiro, l’arbitro è Nicola Rizzoli. Ai tempi supplementari Götze segna il gol che consacra la rappresentativa tedesca per la quarta volta campione del mondo.

Un match che non si sblocca nei tempi regolamentari e nemmeno sembra entrare mai nel vivo. Un incontro che non diverte. Le squadre rimangono in stallo per i due tempi, come nella Finale di Roma a Italia 90 sempre tra Germania Argentina, terminata 1 a 0. In quella partita gioca Maradona e si risolve a pochi minuti dalla fine, con un fallo di Sensini (difensore del Parma) su Völler in area e Brehme realizza il gol che regala la quarta coppa ai tedeschi. Capita spesso che le finali sono destinate a un gioco statico, di studio che si dilata anche per i due tempi, per paura di scoprirsi, di subire gol, di perdere, poi una sola porterà a casa la coppa. Anche in queste due finali la soddisfazione più grande l’hanno potuta provare solo i tedeschi.

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Apr 23, 2020 - anni 90, Calcio    Commenti disabilitati su FRANCIA CAMPIONE

FRANCIA CAMPIONE

FINALI MONDIALI RUSSIA 2018 – FRANCIA 1998

Quando l’Italia non partecipa ai Mondiali come è accaduto in Russia 2018, molti tifosi seguono  la competizione con poco interesse, altri la guardano con un senso di amarezza, pochi attendono fino alla finale con passione sportiva. Siamo tutti tifosi della Nazionale e non siamo gli unici. Paolo Rossi segnò tre gol ai Carioca nel 1982. Qualche anno dopo, era in Brasile e un tassista, avendolo riconosciuto, gli imponeva di scendere dalla vettura immediatamente. Tutto il mondo è certamente un’esagerazione.

Francia Campione 1998 - 2018

Francia Campione 1998 – 2018

In Russia la Francia trionfa in finale sulla Croazia per quattro reti a due. È il Mondiale di Harry Kane, Cristiano Ronaldo, Lukaku, Griezmann, Mbappè, Cavani, ma soprattutto di Modric, Rakitic, Brozovic, Perisic e Mandzikic che portano la Croazia in finale. Una squadra che non risulta tra le più quotate ma con un gioco bello e aggressivo si è portata fino alla finale. Durante la partita il pallino del gioco per la maggior parte del tempo è della Croazia, ma la Francia segna e continua a segnare. Deschamps intanto ha le mani sul trofeo sia da allenatore che da giocatore. Équipe de France de football ha una rosa molto forte Lloris, Pavard, Varane, Umtiti, Hernandez, Kantè, Pogba, Nzonzi, Matuidi, Mbappè, Giroud e Griezmann.

I galletti hanno già vinto la coppa nel 1998 ed è il Paese che organizza l’evento. All’epoca, la vittima in finale il è Brasile di Ronaldo – Luís Nazário de Lima. Terza qualificata è la Croazia che si impose sull’Olanda. France 1998 è l’anno di Zidane. Tanto per non farci mancare i ricordi, l’Italia è eliminata dalla Francia ai quarti. Lo scontro termina in pareggio 0-0 con Baggio che sfiora il gol negli ultimi minuti, poi perdiamo ai rigori. A non centrare la porta stavolta sono Albertini e Di Biagio. Baggio, Costacurta e Vieri segnano, ma non basta.

La Francia partecipa a quindici Campionati del Mondo e ne vince due. Vince due edizione su dieci Campionati d’Europa. Platinì che in carriera non è riuscito a vincere un Mondiale, è in tribuna come dirigente UEFA ma tra il 1988 e il 1994 grazie al suo talento la Francia conquista un quarto posto al Mundialito spagnolo, è campione nel 1984 e ottiene una medaglia di bronzo in Messico ’86. Poi inizia una fase oscura per il calcio d’oltre alpe. Alla fine degli anni ’90 e inizio 2000 il calcio francese torna al top.

La Croazia è stata fondata negli anni ’90 e ha partecipato per la prima volta nel 1994 alle qualificazioni degli Europei 1996; tra le squadre che facevano parte della rappresentativa di Jugoslavia la Croazia ha ottenuto migliori risultati.

 

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Apr 22, 2020 - anni 90, Baggio, BFC, Bologna, Calcio    Commenti disabilitati su Baggio un fuoriclasse rossoblu e dai mille colori

Baggio un fuoriclasse rossoblu e dai mille colori

Nell’estate del ’97 a Bologna c’è un’atmosfera frizzante, il Presidente Gazzoni presenta il neo acquisto della squadra: Roberto Baggio. La piazza lo accoglie con grandissimo fervore. Da poco più di 19.000 abbonati  della stagione precedente si passa a 27.344. Un incremento notevole, ma la classe paga e il Baggio Nazionale ne ha da vendere. La squadra è discreta per affrontare il campionato di Serie A. L’allenatore è Ulivieri, il grande professore che prende in mano le redini del Bologna nel 1994 in serie C1 e si classifica primo,

Il Numero 10

Il Numero 10

l’anno seguente vince anche il torneo cadetto. Nel 96-97 si classifica al settimo posto e giunge in semifinale in Coppa Italia, perdendo a pochi minuti dal fischio finale. Tra i pali c’è Sterchele perchè Antonioli è vittima di un lungo infortunio. Poi ancora Carnasciali, Mangone, Paganin, Torrisi, Marocchi, Cristallini, Magoni, Fontolan, Nervo, Kolyvanov e Andersson. Chi fa la differenza è Roberto Baggio. Nel Milan non aveva molte possibilità di giocare per via della folta rosa. A fine campionato si tengono i Mondiali di Francia e Divin Codino ci vuole essere. Sceglie il Bologna per poter mettersi in mostra, non esistono ostacoli per il campione. Quando Ulivieri decide di tenerlo in panchina per la partita contro la Juventus, con personalità, lascia il ritiro e non si presenta il giorno della gara. Un giocatore di quel livello non si può e non si deve mettere in ombra neanche per qualche minuto, l’allenatore si chiarisce e il girone di ritorno del Bologna è da record per la società e si qualifica per partecipare all’intetoto pallonebacon Baggio che diventa capocannoniere con 33 gol; è suo il posto nella rosa della nazionale. L’attaccante ha un piede unico ed educato, vederlo giocare ogni domenica è un piacere assoluto per tutti i calciofili, infatti riceve applausi e acclamazioni da molte compagini di tifosi anche di altre squadre. La sua visione di gioco unica e irripetibile, ripaga il pubblico pagante di quanto speso per assistere. Quella giocata che nessuno può prevedere, lui la gioca e lancia giocatori veloci come Nervo, Fontolan, Kolyvanov. Si procura punizioni, falli, rigori, mette gli altri giocatori in condizione di segnare, poi rimangono le sue giocate confuse quasi tra i sogni. Roberto Baggio è nato in provincia di Vicenza il 18 febbraio 1967, la sua tecnica e l’intelligenza calcistica gli permette di spaziare in ruoli sia in centrocampo che in attacco. Inizia la carriera nella Lanerossi Vicenza che tutti ricordano per un altro campione del passato: Paolo Rossi. Si vede che in zona tira aria di gol. Il Divin Codino passa successivamente alla Fiorentina dove lascia un segno importante per i tifosi, poi Juventus, Milan e Inter per chiudere la carriera nel Brescia. Ai mondiali del ’90 conquista il terzo posto, nel 1993 Vince il Pallone d’oro, nei Mondiali del 1994 negli Stati Uniti la Nazionale di Sacchi trova l’argento, in finale Baresi, Massaro e Baggio sbagliano i rigori e il Brasile vince il titolo.

Stadio Renato Dallara Bologna

Stadio Renato Dallara Bologna

Per Baggio, probabilmente, questa sarà la spinta per partecipare anche a Francia ’98. In discussione con gli allenatori da Lippi, Sacchi, Ulivieri ma per chi ha potuto assistere a una sola sua presenza in campo, se lo ricorderà per sempre. Un uomo che è diventato testimone di pace nel mondo che ha raggiunto le soddisfazioni e i record dei grandi campioni di sempre.

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Apr 21, 2020 - anni80, Calcio, Italia Campioni del Mondo    Commenti disabilitati su Cronaca 11 Luglio 1982

Cronaca 11 Luglio 1982

A Numana c’è una lunghissima scalinata che collega una piazza a Sirolo, il paese limitrofo.
É la sera del 11 Luglio 1982 c’è una folla immensa a esultare, io sono un “cinno” di undici anni. La mia famiglia ha un cane che salta e abbaia, è molto impressionato dal caos, dalle urla e dagli schiamazzi. Al termine della partita Italia-Germania Ovest, il telecronista Nando Martellini ha gridato per tre volte «campioni del mondo». È l’anno della trasfigurazionpallone82e in felicità di Tardelli dopo il secondo gol degli azzurri al minuto 69. Il capocannoniere del Mundial, Paolo Rossi ha già segnato tre gol al Brasile e due alla Polonia di Boniek in semifinale. Ieri mattina, in spiaggia ho sentito due ragazze che parlavano sotto l’ombrellone e proclamavano Antonio Cabrini il più sano del torneo. Il primo girone l’abbiamo passato quasi per miracolo, il secondo invece facendo un miracolo. Poi passiamo anche la semifinale ed ecco quella indimenticabile serata: 11 Luglio 1982
Allo Stadio Santiago Bernabéu di Madrid ci sono 40.000 italiani ad assistere, l’arbitro è il brasiliano Coelho. In tribuna ci sono il Re di Spagna e il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. a Marini rimasto in panchina con Bordon, Dossena Causio. Altobelli sostituirà Graziani pochi minuti dopo l’inizio per infortunio. La Germania Ovest di Karl-Heinz Rummenigge, Briegel, Littbarski e Stielike è un avversario molto spigoloso e temuto, rivale storico degli azzurri. Poi un sospiro profondo per tutti i tifosi quando al 25′ Briegel, con i suoi tipici calzettoni abbassati, colpisce duramente Conti in area, l’arbitro sancisce la massima punizione ma Cabrini sbaglia il rigore. Ancora tra i ricordi, i tantissimi falli su Oriali ed è proprio da una punizione battuta in fretta da Tardelli che apre a destra per Gentile che crossa, palla sfiorata da Altobelli e Rossi al 58′ segna il primo gol. Il raddoppio di Tardelli al ’24 del secondo tempo, prima se la aggiusta col destro poi tira con il mancino, su passaggio di Scirea sempre dalla destra. 1982Al ’81 il contropiede di Conti che corre per oltre metà campo, passaggio ad Altobelli che dribbla il portiere Shumacher e segna il tre a zero. Due minuti dopo il gol della bandiera della Germania con Breitner su passaggio da punizione, ma il tempo è ormai scaduto. Il recupero è inesistente visto che il ritmo di gioco è sempre altissimo con pochissime soste, non si perde certo tempo. L’esultanza del nostro presidente che passerà alla storia poi la premiazione e la consegna del pregiatissimo torneo, il giro di campo, la grande festa e il tripudio dei giocatori.
Rispetto ai tempi moderni il gioco è veloce, si corre di più e le entrate sono molto dure. I giocatori non occupano le zone ma sono molto più attenti al proprio ruolo e alle marcature, si giocano molti palloni in profondità. Un gioco maschio, spigoloso e veloce, con pochissime soste e perdite di tempo, anche da parte dei portieri.

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Apr 20, 2020 - facebook    Commenti disabilitati su FACEBOOK LA GRANDE PARROCCHIA

FACEBOOK LA GRANDE PARROCCHIA

fbTutti conoscono Facebook, il social network nato nel 2004, il primo classificato nel pianeta per numero di utenti attivi, lo scopo principale per gli iscritti è socializzare.

La gestione dei rapporti sociali è complicatissima se consideriamo che la diffusione di FB è globale e si afferma un successo con miliardi di persone di culture diverse, che ogni giorno interagiscono postando messaggi. Una ricerca tramite google permette rapidamente di capirne i meccanismi di elaborazione e del conseguente funzionamento. La logica di programmazione è basata su un sistema di calcolo per determinare la visualizzazione dei post. Questo schema detto anche algoritmo, è denominato EdgeRank. È un criterio studiato per attribuire un punteggio al post pubblicato, ma non solo. Dopo tre lustri di programmazione i tecnici di Mark Zuckerberg hanno creato un modello complesso di moderazione che conosce perfettamente i propri clienti/utenti. Un ingegnere informatico non potrebbe elencare tutte quante le variabili, almeno che fosse il programmatore del sistema, forse anche i dipendenti sono a conoscenza parziale del prodotto. Un prodotto che ha un valore commerciale altissimo e che si mostra come il grande moderatore dei rapporti sociali. L’utente è schedato quando si iscrive e viene offerta una “finestra” per misurare il coinvolgimento della sua pubblicazione. A ogni postalizzazione vengono rilevati molteplici contenuti: la credibilità, la condivisione (3), il contenuto, la grandezza dei file (1), quanto è stimolante alla conversazione, se porta all’esterno oppure se il post è un catalizzatore che concentra altri utenti a restare sulla piattaforma (2) . Questi fattori sono il racking con cui si misura ogni iscritto.

“EgdeRank” è basato su tre variabili prioritarie:

  • Affinità – il grado di concentrazione delle iterazioni su un post
  • Peso – Cosa contiene il post come file ad esempio solo testo, foto, video (4)
  • Tempo di decadimento – il tempo che intercorre tra pubblicazione ed eventuali iterazioni

Oggi la profilazione è molto complessa e secondo le dichiarazione di Mark Zuckerberg del 2019 riguardo le innovazioni, la tendenza è quella di rendere FB una piattaforma più specifica alle conversazioni e ai rapporti sociali. Si è dato molto risalto alla comunicazione e alla comunità che compone un gruppo, prediligendo la “cattura dell’attenzione”. In pratica FB tende a non fare espandere nessun post diverso dalla “normalità” imposta.

Il post ben fatto, sotto tutti i crismi “marketing”, non sarà più sufficiente a classificare l’utente con un alto punteggio di ranking. I post dovranno contenere testi che possano attrarre altri utenti alla conversazione, assolutamente veritieri, insomma ogni utente dovrà rispettare esattamente i dettami, pena l’invisibilità dei post pubblicati.

Mark Zuckerberg è diventato il grande moralizzatore. Ha prodotto un sistema talmente potente che possiamo classificarlo come intelligenza artificiale. Nella rete ci sono tanti microcosmi sociali, delle circoscrizioni territoriali, costituite da gruppi di persone che si collegano e che trovano un altissimo riscontro su quello che pubblicano perché rientrano in quella e-moral Zuckerberghiana che è già oggetto di studio sociologico.

Gli effetti collaterali potrebbero essere che molte pubblicazioni verranno escluse perché i temi saranno diversi dal complesso di condizioni e diktat. Ad esempio gli artisti che vorranno lanciare un prodotto alternativo, dovranno trovare un modo diverso per ottenere una portata organica sulle visualizzazioni; altrimenti saranno costretti a pagare cara, la promozione dello strumento che ormai ha monopolizzato il sistema di comunicazione tramite internet.

Gli utenti che vi partecipano sono catechizzati con un dogma preciso, per cui il grosso rischio è che quando riceverete tanti commenti o “mi piace” sarete persone normalissime, che rientrano perfettamente in uno schema preciso, altrimenti pubblicherete post senza nessun riscontro.

Con il trascorrere del tempo la rete di Facebook si è trasformata in un complesso di Parrocchie.

Infatti la definizione della parola Parrocchia è: la più piccola circoscrizione territoriale ecclesiastica, costituita da un gruppo di fedeli affidati alle cure spirituali di un sacerdote ovvero di un parroco. (cit. Dizionario Google).

  1. – FB conosce con quale strumento si collegano gli utenti quindi attribuisce maggior visibilità a un file più leggero perché è visto su smartphone.
  2. – un post contenente un link che collega una fonte esterna, ha sei volte in meno la visualizzazione di un testo e una foto, ovvero che diventa attrattiva per il portale di FB
  3. – Nota Bene i post contenenti “Grazie del consiglio per aggirare FB… funziona!!” e tutte le altre suppliche a mostrare tutti gli amici sono inutili, FB tende a mostrare gli amici con cui interagisci maggiormente e mediamente sono gli ultimi 50.
  4. I video nativi e i live hanno la priorità di visibilità rispetto al testo e foto

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Apr 19, 2020 - Calcio    Commenti disabilitati su Il CALCIO TOTALE, TOTALE PASSIONE

Il CALCIO TOTALE, TOTALE PASSIONE

pallone Il mio primo ricordo calcistico riguarda i boati del pubblico pagante in Curva Andrea Costa dello Stadio Comunale di Bologna, che facevano vibrare le finestre di casa, infatti abitavo a pochi passi dall’impianto sportivo. In gioventù era possibile entrare allo stadio e assistere gratis agli ultimi minuti di partita perché venivano aperti i cancelli. Ora sarebbe impensabile. Con il passare degli anni, Bologna ha subito un enorme mutamento. È cambiata la gente che gira e che vive nel centro storico, è cambiato tutto tranne i tifosi, che da allora non sono mai cambiati, anche se sono passati i decenni. A Bologna può cambiare tutto: l’architettura, la cultura, la politica tranne la cucina e il calcio. Questi due aspetti culturali rimarranno sempre marcati e vivido, vissuti con un’atmosfera tutta particolare. Credo anche nella altre piazze come Roma, Firenze, Genova, Bergamo, Torino, Milano e in tutta Italia, il tempo trasforma e cambia gli italiani ma la passione per il calcio mantiene ancorati ad alcune tradizioni. Nel tempo questi modi di vivere e di essere saranno inalterati.

Negli anni settanta giocavo a pallone con delle scarpe poco eleganti, ereditate da un mio amico a cui era cresciuto il piede più in fretta. Con quelle scarpe con sei tacchetti, da campo pesante, ci feci due campionati poi ne comprai delle altre nuove. Giocavamo sempre a calcio, ovunque trovassimo uno spiazzo accessibile. Nei cortili della parrocchia, delimitando le porte con due sassi e giocando anche in una ventina in un rettangolo di asfalto largo come un campo da calcetto. Per spiare qualche attimo di partita, si andava lungo i portici della Basilica di San Luca perché da li si poteva scorgere un pezzetto di campo, almeno fino alla ristrutturazione dell’impianto sportivo, avvenuta con i Mondiali del ’90.

Panorama2

Qualche volta si andava ad assistere alla partita, non come lo zio eche aveva abbonato tutta la famiglia, con mio padre, in quel periodo si ascoltava la radio. La trasmissione era “Tutto il calcio minuto per minuto” con gli interventi da tutti i campi di Enrico Ameri, Nicolò Carosio, Sandro Ciotti. Nel tardo pomeriggio in televisione guardavamo la Domenica Sportiva con Paolo Valenti. Mi ricordo un pomeriggio, a fine allenamenti della squadra, che con alcuni amici, andammo a chiedere l’autografo a Zinetti, a Chiodi, a Colomba. Poi il debutto di Roberto Mancini, avevo dieci anni, ma chi se lo scorda? Chiesi l’autografo anche a lui, senza neanche sapere chi era e chi sarebbe diventato.

Ho appena rivisto il documentario “Il profeta del gol” di Sandro Ciotti, mi sono tornati alla mente tanti ricordi. La sigla iniziale composta da Bruno Martino è una perfetta macchina del tempo che traghetta a metà degli anni settanta. Il film racconta della nazionale olandese quale perfetta espressione del calcio totale, lo stile di gioco che fa ruotare i ruoli, avvicendando le posizioni degli atleti. Racconta di Johan Cruijff considerato un calciatore fra i migliori di tutti i tempi. Ciotti intervista Zoff, Mazzola Chinaglia, Rivera e il grande Giacomo Bulgarelli. Ripercorre le gesta della Nazionale dei Paesi Bassi rivelazione del Mondiale 74 in Germania e del 78 in Argentina classificandosi per entrambe l’edizioni al secondo posto. Forse Cruijff è un dei primi ricordi del calcio stellare, uno sport che a quei tempi aveva una dimensione più umana. Una grande passione che non potrà mai mutare.

 

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Apr 18, 2020 - Film, Recensioni e Opinioni, tv    Commenti disabilitati su Tutta colpa di Freud

Tutta colpa di Freud

 “Tutta colpa di Freud” è un film da non perdere. Un cast d’eccezione: Marco Giallini, Anna Foglietta, Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Paolo Calabresi, Gianmarco Tognazzi, Edoardo Leo e tanti ancora, in questo film brillante nato nel 2014. Purtroppo non lo avevo ancora visto, me l’ero perso! Ma per fortuna ho recuperato .

Francesco (Marco Giallini) è un padre single di tre figlie la diciottenne Emma, Sara e Marta già più adulte. La professione di analista e l’ottima conoscenza della materia lo supportano a gestire i rapporti con le figlie, che creano diversi grattacapi all’uomo e gli autori plasmano un interessante e appassionante intreccio nella trama che tiene lo spettatore incollato al video. Purtroppo Francesco, separato da diversi anni, ha molte difficoltà a ricostruire un rapporto con una donna, anche se nasce una forte infatuazione per Claudia (Claudia Gerini) moglie di Alessandro (Alessandro Gasmann). Intanto Sara sperimenta nuovi orizzonti sessuali dopo l’ennesima delusione amorosa, Marta invece gestisce la libreria ereditata dal nonno, per amore è alla prese con il linguaggio dei sordomuti. Tutto si complica e tutto si risolve, è un film ben fatto e molto brillante con un’ottima regia di Paolo Genovese. Un film di cui lo spettatore legge anche i titoli di coda e ascolta la canzone fino a quando sfuma il brano e poi dispiace che sia finito. La ragione per cui si esaurisce il brano finale è perché è molto bello, riconosciuto dalla Rivista cinematografica Ciak che ha premiato l’autore, Daniele Silvestri, con il Ciak d’oro per la migliore canzone originale che porta lo stesso titolo del film:

 “Tutta colpa di Freud”.

A cosa serve la scienza
A che serve il sapere
Se la donna che voglio
Non la posso nemmeno volere

(cit. testo)

2014 – Tutta colpa di Freud di Daniele Silvestri – Tutta colpa di Freud(Film)

 TUTTA COLPA DI FREUD – D. SILVESTRI

Apr 17, 2020 - fumetti, series, supereroi, tv    Commenti disabilitati su Siamo tutti un pò Peter Parker

Siamo tutti un pò Peter Parker

I Supereroi nascono dalle menti giovani. Spiderman è stato concepito dall’autore all’età di quarant’anni ma il concetto primordiale che induce a creare un supereroe è “Se lo potessi fare anch’io…” magari osservando un insetto che cammina sul soffitto. Solo la mente lucida e con criteri di giovinezza, può dar vita a questo progetto. L’autore può avere anche cent’anni ma possedere l’immaginazione, la fantasia di un adolescente, basta coltivarla, magari essere predisposto per natura. Anch’io da bambino sognavo di camminare sui muri, anzi mi arrampicavo sullo stipite della porta poi mi dondolavo a testa in giù, ma pesavo un terzo dei miei chili odierni, quindi potevo permettermelo. L’uomo Ragno vede la luce in un fumetto della serie Amazing Fantasy di Marvel Comic, il 15 agosto 1962 sotto il segno del Leone, per mano di Stan Lee e Steve Ditko. In Italia è stato pubblicato da aprile 1970 e di lì a poco sono nato anch’io, infatti essendo coetanei, è il supereroe che più sento vicino a me, ma solo dopo Big Jim. Peter Parker è cresciuto dagli zii paterni perché orfano, ed è un nerd che subisce il bullismo del compagno a causa della sua fragilità fisica e della sua timidezza. Quando viene punto dal ragno che ha subito una mutazione genetica causa delle radiazioni e Peter si trasforma nel supereroe che tutti quanti conosciamo.
 uomoragno

Nel numero 700 di Amazing Spider-Man gli autori decidono di terminare il racconto facendo morire Peter Parker, anche se un pezzetto del suo cervello viene conservato e riesce a riprendere possesso del suo corpo e iniziare un’altra serie, poi un’altra, poi un’altra ancora fino ad aver conquistato l’immortalità editoriale. Visto e vissuto in centinaia di fumetti, di film, di parodie, di gadget. Io lo ricordo il giovedì sera durante la trasmissione televisiva di Super Gulp, Fumetti in tv nel 1977. Non sarei mai potuto diventare Spider-Man a causa delle vertigini che mi provoca l’altezza, forse il pizzico del ragno mi avrebbe risolto questo problema. Credo invece che se il ragno fosse stato radioattivo avrei avuto molti problemi di salute, anzicspiderman2-001hé restare chino sulla torre Asinelli o sulle Torri della Fiera di Bologna mentre scruto la città nelle sere di maggio.

Quali poteri preferiresti avere ed essere un SuperEroe? Obiquità, Teletrasporto, Lettura del pensiero come un X-Man, Invisibilità come Susan dei Fantastici 4, Volare come Super Man, Iperagilità come Spider Man? Certo che con grandi poteri conseguono grandi responsabilità quindi mi raccomando scegli bene e comportati meglio.
Apr 16, 2020 - canto, giornata mondiale, made in italy, musica    Commenti disabilitati su GIORNATA MONDIALE DELLA VOCE

GIORNATA MONDIALE DELLA VOCE

microfonoLa Voce è un ottimo indicatore del nostro corpo e dei nostri stati d’animo. Tramite le inflessioni e le vibrazioni emesse è possibile capire tante cose di un’altra persone: se sta mentendo, se esprime emozione, se prova disagio oppure se è felice, se palesa divertimento oppure se soffre. Lo si può capire anche da un singolo suono emesso, una sola vocale. I neonati fino ai due anni emettono suoni che i genitori capiscono perfettamente: se il bambino è felice, se sta male, se ha fame, se necessita di essere cambiato oppure assistito. Quei suoni primordiali saranno dimenticati e non saranno più utilizzati per il resto della vita, ma comuni alla razza umana. Ogni essere umano neonato, emette lo stesso suono dall’Artide all’Antartide passando per l’Equatore e percorrendo tutti i Meridiani e i Paralleli. Incredibile che tutta la popolazione mondiale riesca a parlare la stessa lingua per i primi due anni, poi subentrano gli stimoli culturali. C’è un altro momento in cui gli esseri umani emettono un suono comune, quando siamo in prossimità della morte. Il rantolo proprio degli agonizzanti e non solo, anche i versi emessi nella sofferenza sono stati oggetto di studio e hanno riportato componenti collettive.

Il più autorevole ricercatore e sperimentatore della tecnica vocale fu Demetrio Stratos nato ne 1944 in Egitto da genitori Greci. Ad Alessandria frequentò il conservatorio, poi divenne studente a Creta, in seguito di Architettura a Milano. Il ventaglio di esperienze culturali e teoriche lo portò a diventare un artista di fama internazionale, leader prima de “I Ribelli” poi di “Area”. Abbandonati i gruppi, con il CNR di Padova condusse studi sull’estensione della voce e ricerche di musicologia riguardo le tradizioni musicali dei popoli. Le registrazioni effettuate provarono che Stratos era in grado di produrre frequenze altissime e di emettere fino a tre suoni contemporaneamente, gettando le basi del canto armonico. Purtroppo una grave malattia lo portò via molto giovane. Il lavoro fu il prodromo di un importante percorso di ricerca. Le sue prestazioni vocali sono tutt’ora incomparabili.

La giornata mondiale vuole stimolare l’opinione pubblica a monitorare la propria voce perché alcune variazioni potrebbero essere un’indicazione di patologie anche gravi. Inoltre viene promosso l’aspetto culturale, la prestazione canora. Si vuole valorizzare il percorso teorico e pratico dei cantanti. Le grandi voci che hanno fatto storia e in Italia siamo ricchi di talenti. L’Italia è il Paese del Bel Canto e chi mai può negarlo.

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Apr 15, 2020 - Film    Commenti disabilitati su Non succede ma se succede…

Non succede ma se succede…

Da quando è iniziato il lockdown ho cercato qualche trasmissione televisiva alternativa. Avendo già consumato tutta la programmazione di “Sky Cinema” e “Tim  Vision” ho iniziato a curiosare su “Prime” e sono quasi impazzito per #CelebrityHunted. Con un’alta frequenza ho riguardato le prime tre stagioni de “i Cesaroni” poi dalla quarta in poi tutto è diventato un po’ più lento. Tra le serie ci sono un sacco di ottime scelte, tra i film ho trovato molte commedie di mio gradimento. Ieri sera ho visto “Non succede, ma se succede…”.recensione Ne vorrei condividere la mia scelta in quanto mi sono molto divertito. Charlotte Field (Charlize Theron) è una delle donne più autorevoli al Mondo, candidata alla presidenza degli Stati Uniti. Qualche decennio dopo, incontra Fred Flarsky (Seth Rogen) a cui aveva fatto da baby sitter molti anni prima. Fred è un giornalista disoccupato che esprime le sue opinioni in maniera molto diretta,  conduce uno stile di vita al limite tra lo scriteriato e l’immaturo, la cui sfera emotiva tende all’irrazionalità. Si potrebbe definire “male in arnese” mentre il percorso della probabile first lady è impeccabile. La trama è fluida e scorrevole, prende ritmo con il passare dei minuti, non trascende mai nel trash anche se tende a sconfinare. Il tema principale è il primo grande amore, viene trattato in modo molto romantico e delicato. Ritrovare dopo molti anni la persona per cui si vive la prima infatuazione potrebbe creare grossi traumi ma non ci sono allusioni psicologiche sugli effetti causati alla psiche umana. La narrazione è molto diretta ma il gioco degli autori consiste nel creare un dubbio allo spettatore: Quale personalità potrà prevalere quella razionale della donna oppure quella passionale del giornalista?

Non vorrei spingermi e spoilerare qualche dettaglio prezioso che invece può essere divertente viverlo davanti al televisore, quindi buona visione e buon divertimento.