Nell’estate del ’97 a Bologna c’è un’atmosfera frizzante, il Presidente Gazzoni presenta il neo acquisto della squadra: Roberto Baggio. La piazza lo accoglie con grandissimo fervore. Da poco più di 19.000 abbonati della stagione precedente si passa a 27.344. Un incremento notevole, ma la classe paga e il Baggio Nazionale ne ha da vendere. La squadra è discreta per affrontare il campionato di Serie A. L’allenatore è Ulivieri, il grande professore che prende in mano le redini del Bologna nel 1994 in serie C1 e si classifica primo,
l’anno seguente vince anche il torneo cadetto. Nel 96-97 si classifica al settimo posto e giunge in semifinale in Coppa Italia, perdendo a pochi minuti dal fischio finale. Tra i pali c’è Sterchele perchè Antonioli è vittima di un lungo infortunio. Poi ancora Carnasciali, Mangone, Paganin, Torrisi, Marocchi, Cristallini, Magoni, Fontolan, Nervo, Kolyvanov e Andersson. Chi fa la differenza è Roberto Baggio. Nel Milan non aveva molte possibilità di giocare per via della folta rosa. A fine campionato si tengono i Mondiali di Francia e Divin Codino ci vuole essere. Sceglie il Bologna per poter mettersi in mostra, non esistono ostacoli per il campione. Quando Ulivieri decide di tenerlo in panchina per la partita contro la Juventus, con personalità, lascia il ritiro e non si presenta il giorno della gara. Un giocatore di quel livello non si può e non si deve mettere in ombra neanche per qualche minuto, l’allenatore si chiarisce e il girone di ritorno del Bologna è da record per la società e si qualifica per partecipare all’intetoto
Per Baggio, probabilmente, questa sarà la spinta per partecipare anche a Francia ’98. In discussione con gli allenatori da Lippi, Sacchi, Ulivieri ma per chi ha potuto assistere a una sola sua presenza in campo, se lo ricorderà per sempre. Un uomo che è diventato testimone di pace nel mondo che ha raggiunto le soddisfazioni e i record dei grandi campioni di sempre.