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Mar 4, 2021 - musica, Senza categoria, Spettacolo, tv    Commenti disabilitati su Festival di Sanremo sarà l’ultima edizione?

Festival di Sanremo sarà l’ultima edizione?

Questo è il momento della verità, se il Festival di Sanremo sopravvive al COVID19 potrebbe rischiare l’immortalità. Sembra un signore attempato della terza età, che attende il vaccino anche di dubbia provenienza e approvazione, prodotto da qualche casa farmaceutica.

Saremo

Ariston

Dopo più di un secolo gli italiani si dividono ancora tra interventisti e neutralisti. Infatti gli interventisti vorrebbero cancellare il Festival mentre i neutralisti sono assolutamente indolenti e incuranti. Perché odiare il Festival? Per i motivi più strani ma spesso l’antipatia è dovuta all’opulenza espressa nei fasti organizzativi e ai cachet ricchi e abbondanti pagati a degli artisti anche di dubbia professionalità. Ma attenzione non intendo criticare il livello professionale di alcuno, ma anche lo stesso Fiorello, come un acrobata, gira appeso a un filo. Un funambolo che segue l’equilibrio precario della comicità, ma in momenti storici come questi, può non essere gradito al pubblico da casa, perché è un attimo cadere nella sciocchezza o nell’indifferenza che è quasi peggio. Ci sono Regioni ancora costrette al lockdown, dopo un anno di restrizioni e di mancati guadagni, in tutti quei settori che orbitano attorno alla cultura sociale. Per ora si sono salvati solo gli appartenenti al clero che possono ancora celebrare riti nelle loro modeste e dogmatiche comunità. Stiamo forse assistendo al crollo del catto-comunismo, quello annunciato da Berlusconi lo scorso ventennio? I testi delle canzoni sanremesi annunciano qualche colossale cambiamento che avverrà dopo i sette anni prima di carestia poi di pestilenza? Se tutto questo panorama apocalittico è una mia inutile immaginazione, allora non sono neanche giustificate le tantissime critiche feroci sui social. Purtroppo gli italiani sono stanchi per tantissime ragioni, prima fra le quali: che non si sentono più rappresentati da nessuna forza politica, anzi chi li ha illusi non ha poi mantenuto le promesse elettorali. Quindi ogni espressione del sistema diventa un rifugio per riversare il proprio rancore. Oggi è il Festival, domani sarà la Nazionale di calcio oppure qualsiasi evento, avrà una sempre più consistente opposizione anche senza nessuna base razionale. Il Festival di Sanremo diventa una vetrina sempre più difficile per gli interpreti e per gli autori, che forse sono obbligati a parteciparvi in quanto i poteri economici delle multinazionali che vendono lavatrici e diritti d’autore decidono sul proprio operato, pagandoli profumatamente ma che comunque si trovano a dover partecipare a un evento che forse avrebbero preferito rimandare a qualche anno che offre più punti di serenità. Apprezziamoli, cerchiamo di supportarli e di considerare il loro lavoro di questa settimana un apporto a l’Italia, questo enorme paziente che soffre di una malattia che forse è ormai cronica.

Nicola Rizzoli

Feb 7, 2020 - musica    Commenti disabilitati su Quante voci per Sanremo

Quante voci per Sanremo

Nel 2001 partecipai all’Accademia di Sanremo. Ancora oggi conservo il ricordo dell’emozione folgorante, provata nel calcare il palco dell’Ariston Roof. Ricordo l’impianto sonoro di diffusione fra i più sofisticati. Fu impressionante sentire la mia voce amplificata in maniera perfetta, efficace e raffinata. Il suono portato al livello più alto in assoluto. Era fine settembre e c’era un’atmosfera magica, creata da qualche centinaia di ragazzi che si aggiravano per le strade del Comune di Sanremo con appeso al collo il pass dell’Accademia. Tutti vivevano quella strana sensazione ovvero di appartenere al mondo dello spettacolo anche solo qualche istante. Per una settimana gli artisti provenienti da ogni parte d’Italia, dal pomeriggio fino a tarda notte si esibivano nei locali, bar, pub, improvvisavano vere e proprie Jam session. Perche’ Sanremo e’ Sanremo. Un sogno. Una magia. Un falso. Una rappresentazione culturale. Il Festival e’ uno spettacolo, forse il più discusso, seguito e criticato con tutti gli aggettivi possibili e immaginabili. Soprattutto oggi sui social. Una settimana intensa di eventi, di musica, di valori, colori e cultura. Nessun italiano guarda il Festival, ma tutti gli italiani vivono il #Festival. Dal totale menefreghismo alla critica più feroce. Tutti ne parlano, ne scrivono e commentano. L’intervento di Benigni diventa pesante e ingombrante quanto poetico ed eccelso. Amadeus viene identificato come il presentatore di pentole delle televendite degli anni 80 fino per diventare per alcuni il parente più prossimo che ogni sera tiene compagnia con le sue trasmissioni attraverso la televisione.sanremo8-001

Saremo

Teatro Ariston – Sanremo (2001) ph NR

Ogni anno sui giornali leggiamo degli scandali, dello sperpero di denaro, del conflitto d’interessi, degli eventi trascinanti oppure che destano scalpore per diventare trash. Toccare quella linea oltre la quale vi e’ la decadenza, la stupidita’, la sciocchezza, l’intolleranza, la maleducazione, l’indignazione ma che un attimo prima ti porta al successo. Successo che per gli addetti rappresenta un patrimonio economico importantissimo. Non importa se Sanremo e’ un monopolio quasi esclusivo dei proprietari della Sony. Non importa se ci sono delle ragioni politiche economiche, morali. Ognuno racconta, esprime le sue emozioni, vuole essere attore e partecipe del Festival anche vomitandogli addosso, oppure idolatrandolo.

Perche’ Sanremo e #Sanremo. Perche’ il Festival ha quasi la stessa eta’ dei genitori, dei nonni, di un cugino e per questo suo trascorso merita rispetto. Oppure e’ destinato a trovare posto in una casa di riposo. Comunque tutto questo e’ la rappresentazione di un nostro modo di essere, che mi e ci emoziona e ci fa dire con orgoglio sono felice di vivere qui.

Nicola Rizzoli