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Gen 30, 2023 - cultura, musica, Spettacolo    Commenti disabilitati su Cover

Cover

Tra una camicia e l’altra mi piace ancora suonare e cantare. Vorrei proporVi 3 cover live con un amico chitarrista

Alice di DeGregori

Tributo al Maestro De Gregori. Prove alla Sala di Long Island di Comacchio

Fiore di Maggio di Concato in versione Zucchero

Un altro tributo a un grande artista per un brano davvero bellissimo. Sala prove “La conigliere di Cadore” #rifrazione

Roma Capoccia – Venditti

Tributo al grandissimo autore Antonello Venditti Live in Highland di Monte Acuto Ragazza al Pub “L’Etrusco Risorto” fino anno 2022 #Rifrazione

Mar 4, 2021 - musica, Senza categoria, Spettacolo, tv    Commenti disabilitati su Festival di Sanremo sarà l’ultima edizione?

Festival di Sanremo sarà l’ultima edizione?

Questo è il momento della verità, se il Festival di Sanremo sopravvive al COVID19 potrebbe rischiare l’immortalità. Sembra un signore attempato della terza età, che attende il vaccino anche di dubbia provenienza e approvazione, prodotto da qualche casa farmaceutica.

Saremo

Ariston

Dopo più di un secolo gli italiani si dividono ancora tra interventisti e neutralisti. Infatti gli interventisti vorrebbero cancellare il Festival mentre i neutralisti sono assolutamente indolenti e incuranti. Perché odiare il Festival? Per i motivi più strani ma spesso l’antipatia è dovuta all’opulenza espressa nei fasti organizzativi e ai cachet ricchi e abbondanti pagati a degli artisti anche di dubbia professionalità. Ma attenzione non intendo criticare il livello professionale di alcuno, ma anche lo stesso Fiorello, come un acrobata, gira appeso a un filo. Un funambolo che segue l’equilibrio precario della comicità, ma in momenti storici come questi, può non essere gradito al pubblico da casa, perché è un attimo cadere nella sciocchezza o nell’indifferenza che è quasi peggio. Ci sono Regioni ancora costrette al lockdown, dopo un anno di restrizioni e di mancati guadagni, in tutti quei settori che orbitano attorno alla cultura sociale. Per ora si sono salvati solo gli appartenenti al clero che possono ancora celebrare riti nelle loro modeste e dogmatiche comunità. Stiamo forse assistendo al crollo del catto-comunismo, quello annunciato da Berlusconi lo scorso ventennio? I testi delle canzoni sanremesi annunciano qualche colossale cambiamento che avverrà dopo i sette anni prima di carestia poi di pestilenza? Se tutto questo panorama apocalittico è una mia inutile immaginazione, allora non sono neanche giustificate le tantissime critiche feroci sui social. Purtroppo gli italiani sono stanchi per tantissime ragioni, prima fra le quali: che non si sentono più rappresentati da nessuna forza politica, anzi chi li ha illusi non ha poi mantenuto le promesse elettorali. Quindi ogni espressione del sistema diventa un rifugio per riversare il proprio rancore. Oggi è il Festival, domani sarà la Nazionale di calcio oppure qualsiasi evento, avrà una sempre più consistente opposizione anche senza nessuna base razionale. Il Festival di Sanremo diventa una vetrina sempre più difficile per gli interpreti e per gli autori, che forse sono obbligati a parteciparvi in quanto i poteri economici delle multinazionali che vendono lavatrici e diritti d’autore decidono sul proprio operato, pagandoli profumatamente ma che comunque si trovano a dover partecipare a un evento che forse avrebbero preferito rimandare a qualche anno che offre più punti di serenità. Apprezziamoli, cerchiamo di supportarli e di considerare il loro lavoro di questa settimana un apporto a l’Italia, questo enorme paziente che soffre di una malattia che forse è ormai cronica.

Nicola Rizzoli

Mag 26, 2020 - cultura, itinerario, Itinerario Musicale, made in italy, musica, Spettacolo, un Vino e un Vinile, Una Storia    Commenti disabilitati su Turismo tra le note

Turismo tra le note

Turista Musicale

Turista Musicale

Non occorre aver come unico obiettivo la musica per decidere una meta turistica ma si può creare un incentivo a spostarsi, verso mete lontane, per conoscere e deliziare il proprio intelletto di note e culture diverse dalla nostra, questo è abbastanza per tracciare rotte alternative alle solite vacanze. Tante persone quando sono in viaggio cercano di vivere come gli abitanti anche solo per qualche istante. L’atteggiamento più comune è sedersi a tavola e ricercare la specialità tipica sul menù. Alcuni comprano il ricordino, la tshirt con stampato il logo che raffigura il posto. Altri amano collezionare magliette ad esempio “Hard Rock Cafe” brand diffuso in quasi sessanta paesi del mondo. Mangiare e vestirsi sono modi per cercare il senso di appartenenza.

Mescolarsi in un mercato rionale o in una sagra di provincia durante le vacanze è una passione diffusa. Mangiare bene, bere ottimo vino, trovare articoli esclusivi e ballare, questi sono gli elementi che determinano un atteggiamento comune di un turista. Possiamo andare al mare, in montagna, nelle metropoli internazionali, in tutti i paesi ma questi sono gli elementi per la gran parte delle persone.

Muoversi solo per la musica può essere uno stimolo sufficiente? Non saprei ma questo dovrebbe essere magari accompagnato da altre componenti. Per esempio il festival del fumetto Lucca Comic che negli ultimi anni attrae molte persone è anche una buona occasione per farsi un giro in Toscana, che offre tantissimi spunti per itinerari culturali come Viareggio, Collodi, Vinci, Montecatini Terme. Inoltre è inutile raccontare quali prelibatezze tipiche possa offrire la ristorazione di quella regione.
Una fiera, un evento culturale sono occasioni che permettono di visitare luoghi che altrimenti sarebbe meno prioritario vederli rispetto ad altri se non vi fosse la passione per una determinata attività artistica o sportiva.

In Emilia Romagna la musica ha origini ben radicate con musicisti come Giuseppe Verdi da Busseto, oppure Gioachino Rossini, nato a Pesaro ma bolognese d’adozione. A fine settecento fu ascoltato anche Mozart nella città felsinea. A Bologna è viva una scuola di liuteria di strumenti cordofoni classici, quali viola, violino e violoncello. Una conoscenza, una cultura importantissima, che nasce nel periodo rinascimentale. Quando all’inizio del cinquecento, due maestri liutai Hans Frei e Luca Maller iniziarono a costruire strumenti musicali e per due secoli divennero famosi i liuti lavorati all’ombra delle cento torri. Tradizione tramandata fino ai giorni nostri agli allievi dal Maestro Otello Bignami, il cui laboratorio è visitabile in Strada Maggiore.

Un percorso culturale che vive da sempre e nell’anno 2006 Bologna è stata dichiarata dall’UNESCO “Città Creativa della Musica”. Il capoluogo emiliano è la prima tappa per chi ama fare turismo musicale, magari la buona tavola, l’ottimo vino e cerca un pò d’intimità. Ora non rimane che cercare tramite il portale “Bologna Welcome” la giusta dimensione, scegliere quale itinerario culturale è più consono alle proprie passioni, poi partire.

Per i puristi sarebbe ottimo scegliere fra queste macro aree:
Indy – Rock indipendente nei locali, nei centri sociali e nelle location da concerto live tra il reggea, lo ska e il rock suonato e magari un pò cattivello. Dove suonano le band più ricercate.
Club – Hai presente quelle siscoteche tipiche della Romagna? Quelle balere con il genere Pop che partono dalle più popolari fino alle più esclusive per i fighetti, ecco quelle.
Elite – Poi rimane il Jazz e la Classica. In ambiente raccolto, descritto con quella leggerezza a rappresentare quasi una bomboniera artistica.

Il turista musicale per una di queste tre ragione, parte anche solo per una serata, un weekend. Giunge nella discoteca in riviera, oppure nel festival jazz oppure per il concerto dei Divine Comedy o degli SkaP.
Come descrive Carlo Lucarelli: la gente sotto le due torri lavora a Modena, dorme a Bologna e si diverte in riviera. Presto, inizierò a raccontare qualche viaggio musicale.

#NICOLARIZZOLI

Mag 16, 2020 - musica, Playing for Change, Spettacolo    Commenti disabilitati su Playing for Change

Playing for Change

worldNato come progetto multimediale nel 2004 negli Stati Uniti per volontà del produttore, fonico Mark Johnson e Enzo Buono diventa un punto di riferimento mondiale per la musica di tutte le etnie. Diventa l’espressione musicale, culturale, artistica del cambiamento universale. Ora è un’organizzazione senza scopo di lucro che sostiene il terzo mondo ancora pieno di difficoltà. L’associazione si è imposta di costruire e supportare scuole per l’infanzia in paesi in via di sviluppo Ruanda, Sudafrica, Ghana, Nepal e Mali. Dal 2008 al 2011 sono state pubblicate due compilation e un documentario in dvd dal titolo “La Pace attraverso la Musica” che racconta il percorso e l’attività della fondazione.

In questi anni hanno partecipato musicisti di ogni paese e si sono creati brani con sfumature e contaminazioni internazionali. Il brano che ha riscontrato il maggior successo è “Stand By Me” che a oggi, su YouTube riceve più di 145 milioni di visite, ma i brani sono tantissimi, suonati meravigliosamente e registrati con una cura maniacale. È necessario ascoltare “Sittin’ On The Dock Of The Bay” di Otis Redding o Congo to Mississippi che vengono arrangiate in tanti modi perché i musicisti sono distanti per localizzazione ma molto vicini con la passione per la musica. Ascoltatevi i brani di Bob Marley One e War suonati da più di venti musicisti, indiani, sudafricani, israeliani, americani del Nepal del Congo. Hanno partecipato in tantissimi, tra i volti celebri ci sono Manu Chao, Bono, Keith Richards. Inoltre hanno partecipato diversi italiani tra cui molti musicisti di Matera. Vorrei segnalare un gran chitarrista italiano Roberto Luti.

Sono state registrate immagini con musicisti celebri a livello nazionale oppure locale. Musicisti che suonano per professione lungo le vie e nelle piazze, perché anche la musica per strada diventa un lavoro. I video hanno come filo conduttore il brano musicale che viene ribaltato e riadattato ogni manciata di secondi. È bellissimo guardare una ragazza orientale che suona un cordofono tipico della sua zona, con alle spalle una pagoda successivamente sentire un banjo, c’è un uomo davanti a una costruzione di New Orleans, poi un attimo dopo vedere e ascoltare un chitarrista a Salvador de Baia. Passare dal Blues al Reggae poi ancora dei colori Soul. Tutto organizzato perfettamente e curato in ogni aspetto.

Playing for Change è un progetto internazionale. Strumenti acustici, etnici, percussivi, cordofoni, elettrofoni, senza nessuna censura come apporre il nastro sul marchio della chitarra come nelle peggiori trasmissioni che uccidono la cultura. Migliaia di colori, stili, voci e anime, pettinature e pigmentazioni diverse. Suoni da ogni parte del Pianeta, tante diversità meravigliose accomunate dalla musica e dai sorrisi.

#NICOLARIZZOLI

Mag 12, 2020 - musica, Spettacolo    Commenti disabilitati su Stevie Wonder – 13 maggio 2020 – 70 Candeline

Stevie Wonder – 13 maggio 2020 – 70 Candeline

swHa venduto oltre 100 milioni di copie nel Mondo

Ha ricevuto venticinque Grammy Awards

Nel 1985 ha ottenuto un Premio Oscar con il brano “I Just Called to Say I Love You” dal film “The Woman in Red

Undici American Music Awards

Un Grammy Lifetime Achievement Award

Nel 2009 è stato nominato dalle Nazioni Unite “Messaggero di Pace

Nel 2014 il Presidente Obama gli ha conferito la “Presidential Medal of Freedom

Nel 1999 il Premio Kennedy Center Honors

27 album in studio 8 raccolte e 97 singoli.

“SIGNORE E SIGNORI ECCO A VOI STEVIE WONDER”

Con i suoi brani ha influenzato la musica soul il genere l’R&B e la pop music è l’autore che ha fatto pubblicare più cover dei suoi lavori

Polistrumentista nato in una piccola Contea dello Stato del Michigan. Nasce non vedente, ma compensa il senso della vista sviluppando incredibili doti musicali, a quindici anni ha già pubblicato quattro dischi in studio e uno dal vivo. A vent’anni oltre ad aver ricevuto premi ovunque, ha partecipato a Sanremo facendo coppia con Gabriella Ferri e aver pubblicato 11 album.

Nel 1972 l’album “Talking Book” contiene la traccia “Superstitionl’anno successivo vince due Grammy Award come miglior canzone R&B e come miglior interpretazione maschile. Anche con questo brano, che ha un groove pazzesco, svetta le classifica e continua ad avere un grande successo. Nel 1985 scrive That’s What Friends Are For e la canta con Dionne Warwick e con amici del calibro di Elton John.

Collabora più volte in carriera con Michael Jackson. Le due pop star e Lionel Richie nel 1985 sono gli autori del brano “We Are the World” nel progetto “USA for Africa” sotto la direzione di Quincy Jones poi ancora Ray Charles, Bob Dylan Cyndi Lauper, Bob Geldof, Dan Aykroyd, Billy Joel, Al Jarreau, Lionel Richie Diana Ross, Paul Simon, Bruce Springsteen, Tina Turner, Dionne Warwick , Harry Belafonte e tanti altri, 45 in totale. Vincono tutti premi messi in palio nell’anno successivo ma soprattutto vincono sul piano umano e il ricavato è devoluto contro la fame in Etiopia afflitta in quel periodo da un’enorme carestia. Stevie Wonder è sempre stato un grande attivista e non si è mai tirato in dietro nella lotta per la tutela dei diritti umani e civili. Un grande uomo e un grande musicista, ora è pronto a festeggiare i suoi settant’anni e spero con grande serenità.

 

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Mag 11, 2020 - cultura, Film, musica, Recensioni e Opinioni, Spettacolo, tv    Commenti disabilitati su Tutto può cambiare

Tutto può cambiare

Colonna SonoraHo fatto una grande scoperta cinematografica “Begin Again” in Italia “Tutto può cambiare”, il film piace sicuramente a cantanti e musicisti. Mi ha colpito la cura avuta nella colonna sonora. La trama è una fotografia perfetta dell’ambito artistico e specifico dell’economia dello spettacolo, infatti la sceneggiatura e la regia sono curate da John Carney esperto del settore musica ed ex bassista negli anni ’90 del gruppo irlandese “The Frame”.

La protagonista è Greta (Keira Knightley) un’autrice e cantante talentuosa ma in ombra. È fidanzata con Dave, un giovane di successo e fama internazionale, interpretato da Adam Levine, voce potente e cristallina, leader del gruppo musicale Maroon 5. Quando i due si separano, mentre lei si esibisce in un pub, viene scoperta da Dan Mulligan (Mark Ruffalo) un discografico caduto in disgrazia. Purtroppo trovano difficoltà e opportunità di lancio del progetto musicale, quindi registrano i brani per strada con una band di ottimi musicisti. Ovviamente la location della Grande Mela si presta benissimo per i video. Ci mancherebbe! Quanti musicisti vorrebbero New York come sfondo per il proprio clip. Keira Knightley è una grande rivelazione fonografica.

Colonna Sonora Film

Colonna Sonora Film

Nella colonna sonora sono presenti canzoni dell’autore Gregg Alexander divenuto famoso per il brano “The Game of Love” di cui è nota l’interpretazione di Santana che gli ha permesso di vincere nel 2003 il premio Grammy. Con Danielle Brisebois è coautore di “The Lost Stars” , la hit del film che nel 2015 viene nominata al Premio Oscar. Danielle Brisebois divenne nota giovanissima quando ottenne una parte nella serie televisiva Arcibaldo, la sitcom che lanciò “i Jefferson”.

 

La trama non è incentrata solo sulle vicissitudini dei protagonisti, ma il filo conduttore è proprio la musica. Si cerca di sintetizzare come proporre la propria musica in alternativa ai canali commerciali. Sollevando il tema che i giovani talenti possono nascere anche fuori dal settore imprenditoriale etichette, edizioni, talent, tv, internet, con un progetto indipendente. Proporre la loro musica in mezzo alla gente e condividerla. Tramite i loro concerti, sudando e montando la loro attrezzatura, vivendo con intensità la propria arte e magari far diventare più longevi i loro progetti.

Tutto può cambiare è una metafora, perchè i cambiamenti culturali avvengono sempre dal basso. É la gente che decide sempre, non è l’economia o la politica, è il popolo che sceglie quando e come vuole cambiare, appena termina di lamentarsi.

 

#NICOLARIZZOLI

 

Nel 2015 le nomination al Premio Oscar sono

Glory di John Stephens e Lonnie Lynn – Selma – La strada per la libertà

Everything Is Awesome, di Shawn Patterson – The LEGO Movie

Grateful, musica e parole di Diane Warren – Beyond the Lights

I’m Not Gonna Miss You di G.Campbell e J.Raymond – Glen Campbell: I’ll Be Me

Lost Stars, musica e parole di Gregg Alexander e Danielle Brisebois – Tutto può cambiare (Begin Again)


 

Mag 10, 2020 - cultura, musica, Spettacolo    Commenti disabilitati su Like Dance Monkey

Like Dance Monkey

I Like Dance

I Like Dance

Continua nel distretto di New York a impazzare una scimmia che balla. Adoro quest’immagine e credo di non essere l’unico. Un’idea che piace moltissimo: il macaco che agita il bacino a ritmo.
A ricordarlo in rete sono il gruppo punk rock storico “New York Dolls” con “Dance like a monkey” un singolo uscito nel 2003, ma non sono loro a essere i più ricercati e cliccati.

 

Continua infatti una ricerca incessante dei digittatori newyorkesi sui motori di ricerca per “il ballo della scimmia” “Dance Monkey” una metafora che viene usata nella musica e rende tantissimo. In fondo piace pensare che sia sempre un ominide nelle retrovie della nostra anima che ci rende irrazionali e istintivi, che quando sente il ritmo si muove senza dover riflettere.

Quell’immagine l’abbiamo trovata a Sanremo nel 2017 in Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani che recita un testo geniale e colto “La folla grida un mantra, l’evoluzione inciampa. La scimmia nuda balla” sulle note di un brano molto orecchiabile che fa cantare e ballare per tutta l’estate.

L’anno scorso arriva e spopola “Dance Monkey” il singolo che ha reso celebre la cantante australiana Toni Watson in arte “Tones and I“. Esattamente un anno fa il 10 maggio 2019 il lancio che ha venduto più di undici milioni di copie nel Mondo. Un’artista molto apprezzata nel Nord Europa che svetta in testa alle classifiche. L’immagine ha un senso un po’ diverso, il testo racconta delle difficoltà in cui incorrono gli artisti di strada che per poter trovare il giusto riscontro nel pubblico, devono quasi ballare come scimmie ammaestrate.

La scimmia che balla è un’immagine che indipendentemente dal contesto in cui viene proposta e condita, piace e lo dimostrano 950 milioni di click sul video “Dance Monkey” e 239 milioni per Gabbani. Certamente non si può dire che un’idea primordiale non sia remunerativa, probabilmente nell’involuzione della nostra specie esiste un forte desiderio del nostro lontano passato.

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Mag 9, 2020 - Bologna, cultura, musica, Spettacolo    Commenti disabilitati su Jovanotti RAP – GAP Generazionale

Jovanotti RAP – GAP Generazionale

#NonVoglioCambiarePianeta su #RaiPlay

#NonVoglioCambiarePianeta su #RaiPlay

Posso vantarmi di aver vissuto la terza rivoluzione industriale, nonostante mi scontri con lo scorrere del tempo e il passare degli anni. Posso affermare che sono entusiasta di essere un testimone del passaggio tecnologico dall’analogico al digitale.

Ricordo con nostalgia quando ero costretto a settare le porte con Window 3.1 per surfare on the internet nel 1995 era quasi un’impresa scientifica. Ora l’accesso alla rete è possibile anche con un comando vocale, magari avendo al polso un Watch di Apple che ti permette di aprire un Mondo nel Bit-Cosmo mentre stai facendo jogging.

Conservo un tenero ricordo di tutte quelle esperienze. La mia vetustà ha raggiunto il “Game Over” il 9 luglio 2015 quando mia figlia è andata al concerto di Jovanotti a Bologna. Allo Stadio Renato Dall’Ara c’erano 60mila persone che assistevano all’evento.

Sono passati quasi trent’anni dall’estate 1987 alla discoteca J&J del Lido Degli Scacchi (FE) andai a vedere il live “GIMMI FIVE” con un saltellante Lorenzo Costantino Cherubini. Quando ho iniziato a contare gli anni e mi sono accorto che erano tanti, la vita ha assunto una prospettiva molto diversa. Mi sono accorto di questa diversa prospettiva, guardando la copertina di agosto 2015 di Rolling Stones dove c’era la foto dell’artista con il titolo “Essere Lorenzo”.

Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti – un progetto che dura da sempre, penso che il segreto dell’elisir di una lunga vita artistica sia: un duro e costante lavoro. Infatti quello che vedo in questo artista è la passione, l’energia con cui affronta il proprio pubblico. Sul palco, accende ancora le passioni di persone di ogni età. Un artista con la “A” e tutte le lettere maiuscole, con un groove penetrante e irrompente. Ha saputo rinnovare e continuare a coinvolgere l’attenzione del pubblico, con la semplicità e l’efficacia dei propri testi e la ritmica delle sue parole. Circondandosi sempre di ottimi musicisti.
Oggi lo showman è impegnato alla salvaguardia dell’ambiente e ama girare il Mondo con il suo solito e semplice stile di vita che lo ha sempre contraddistinto. Un uomo con una morale integra e genuina. Sui social si trovano molte sue foto in bicicletta tra gli Appennini e le Ande.

I paesaggi del Cile sono ben documentati nelle riprese di viaggio di Lorenzo

#NonVoglioCambiarePianeta, in esclusiva su #RaiPlay

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Mag 8, 2020 - Film, Recensioni e Opinioni, Spettacolo, tv    Commenti disabilitati su Jason Sudeikis in the book of Hollywood Stars

Jason Sudeikis in the book of Hollywood Stars

jsJason Sudeikis è nato in Virginia nel 1975 è un attore che mi diverte tantissimo ma che riesce anche in film drammatici. L’ultimo che ho visto è “The Book of Love” del 2016. Jason veste la parte di Henry, un architetto che per uno distrastoso incidente rimane vedovo. Per via dell’ultima promessa fatta alla moglie, aiuta in una impresa molto particolare, una ragazzina che spesso vedeva assieme alla moglie, ricercare oggetti utili tra i rifiuti. Inizia un’avventura che ha dell’incredibile ma aiuta entrambi a superare le difficoltà che gli ha riservato il destino. Gli attori nel cast sono Jessica Biel, emersa dal jet set nel 2004 come attrice con il film “Non aprite quella porta“, moglie della pop star Justin Timberlake (autore anche della colonna sonora del film). Maisie Williams divenuta famosa per il Trono di Spade e la ormai nota Mary Steenburgen già in attività a fine anni 70 che mi è particolarmente piaciuta nella parte brillante in “Che fine hanno fatto i Morgan? (Did You Hear About the Morgans?). Jason Sudeikis ha la capacità di rendere più popolare anche una storia che già dalla trama potrebbe diventare un vero strazio per i più sensibili, invece nonostante le difficoltà riesce a far scorrere il racconto senza perdere di intensità ed emozione. Non è il film cult ma sicuramente è piacevole per passare una serata. Rientra nella mia scelta di guardarmi qualche film con Sudeikis, un attore che spesso passa in sordina ma che è di una grande simpatia. Il prossimo film in programma è “Notte brava a Las Vegas” con una coppia esplosiva Cameron Diaz e Ashton Kutcher  è uscito nel 2008 ma non l’ho ancora visto quindi nessuno spoilerizzi! Forse sembra strano farsi una rassegna cinematografica di Jason Sudeikism, trovo che ne valga la pena perchè nei suoi ruoli non è mai banale. Trasporta lo spettatore fuori da situazioni che potrebbero essere complicate, ma ci riesce con grande semplicità e in maniera spontanea.

Ecco una rassegna parziale dei suoi film:

2007
The Ten
I Love Movies (Watching the Detectives)
Ti presento Bill
2008
Semi-Pro
Notte brava a Las Vegas – What Happens in Vegas
The Rocker – Il batterista nudo
2010
Il cacciatore di ex – The Bounty Hunter
Amore a mille… miglia – Going the Distance
2011
Libera uscita – Hall Pass
Come ammazzare il capo… e vivere felici – Horrible Bosses
2012
Candidato a sorpresa – The Campaign
2013
Comic Movie
Come ti spaccio la famiglia – We’re the Millers
2014
Come ammazzare il capo 2 – Horrible Bosses 2
2015
SWOP: I sesso dipendenti (Sleeping with Other People)
Tumbledown – Gli imprevisti della vita
2016
Race – Il colore della vittoria
Mother’s Day
Masterminds – I geni della truffa
Colossal
Il diario dell’amore – The Book of Love
2017
Downsizing – Vivere alla grande
Patto d’amore – Permission
Kodachrome
2018
Driven – Il caso DeLorean
2019
La rivincita delle sfigate – Booksmart

#NICOLARIZZOLI

Mag 7, 2020 - canto, cultura, musica, Spettacolo, tv    Commenti disabilitati su Rudy Zerbi forever social

Rudy Zerbi forever social

Nel 2006 la Gialappa’s band viene incaricata di dirigere il programma su radio2 “Rai Dire Sanremo” e nella migliore tradizione dei fan del trio di voci inconfondibili e celebri, #iocero.

Ricordo con piacere che il Festival in periodo l’ho seguito guardando la televisione ma ascoltando per radio i Gialappy che si collegavano con diversi artisti dietro le quinte. Era una partecipazione divertente e originale. Tra tutti spiccava il presidente della Sony, Rudy Zerbi.

Bologna Cità della musica 2006

Bologna Cità della musica 2006

Ex dee-jay in discoteca e radiofonico, esperto del settore discografico. Per sedici anni è rimasto in carica alla direzione di Sony Music Italia. Collabora con grandi artisti: Adriano Celentano, Mina, Renato Zero,Gianni Morandi, Biagio Antonacci, Marco Mengoni e Ornella Vanoni.

Quando passa le consegne ad Andrea Rosi un veterano del gruppo, inizia una grande collaborazione con Maria De Filippi nello spettacolo Amici che si distingue per la sua severità come giudice. Inizia a collaborare con RadioDJ e di conseguenza parte il suo percorso da star dello spettacolo. Giudica gli artisti anche in “The Winner is” , “Italia Got‘s Talent”, “Tu si que vales” e “Piccoli Giganti” condotto da Belén Rodríguez.

Figlio del celebre conduttore Davide Mengacci, queste seconde generazione rischiano di superare i genitori, grandi Maestri. Oggi i rotocalchi continuano a parlare di Rudy Zerbi che non abbassa mai la guardia e spopola sui social anche quando parla del gatto, new entry del nucleo famigliare.

#NICOLARIZZOLI

 

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