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Apr 28, 2020 - Calcio, Finali Mondiali    Commenti disabilitati su SPAGNA CAMPIONE

SPAGNA CAMPIONE

FINALI MONDIALI IN SUD AFRICA 2010

Sud Africa 2010Chiusa l’era Trapattoni, anche per le modeste prestazioni dei Campionati Europei del 2004 disputati in Portogallo, la Nazione azzurra viene gestita dal Commissario Tecnico Marcello Lippi. Nei primi due anni il percorso è coronato dalla vittoria in Germania del Mondiale 2006.
I casi della sorte: il Mondiale organizzato in Italia nel ’90 è vinto dalla Germania e la competizione organizzata dai tedeschi nel 2006 è preda degli azzurri, come a scambiarsi il favore. Lippi ha dimostrato essere un grande allenatore ma dopo la vittoria, lungo il suo percorso trova uno ostacolo molto difficile da superare: La Spagna.

Il calcio spagnolo dopo un ciclo lungo e complicato si affermano in campo internazionale. Le furie rosse vincono i Campionati Europei nel 2008 eliminando agli ottavi gli azzurri di Marcello Lippi ai calci di rigore. Nel 2012 la Spagna vince ancora una volta il trofeo Europeo infliggendo un secco 4 a 0 alla nazionale azzurra, questa volta allenata dal CT Cesare Prandelli.

Nel 2010 riescono nella grande impresa di aggiudicarsi la Coppa del Mondo. L’ennesima finale risolta per 1 a 0 ai stempi supplementari. A regalare la grande gioia agli spagnoli è il gol di Iniesta un tiro diagonale dalla destra che batte Stekelenburg al 116 minuto.

La Spagna allenata da Del Bosque schiera un 4-2-3-1. Casillas tra i pali, S. Ramos, Piqué, Puyol, Capdevila, Busquets, Xabi Alonso, Pedro, Xavi, Iniesta,Villa. In panchina ci sono Reina, Valdes, Albiol, Marchena, Arbeloa, Martinez, Navas, Silva, Mata, Llorente, Fabregas e Torres.
Con lo stesso modulo l‘Olanda propone: Stekelenburg, Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst, Van Bommel, De Jong, Robben, Sneijder, Kuyt, Van Persie. A disposizione ci sono: Vorm, Broschker, Boulahrouz, Ooijer, De Zeeuw, Schaars, Babel, Afellay, Huntelaar, Braafheid, Elia, Van der Vaart. Il CT è Van Marwijk. In tribuna c’era anche Nelson Mandela ad assistere alla finale.

La partecipazione al Mondiale 2010 è iniziata con una sconfitta per la Spagna che ha perso contro la Svizzera, ma successivamente le vince tutte quante: Honduras, Cile nella fase a gironi poi Portogallo, Paraguay e Germania. L’Olanda non ha perso un colpo, nove punti conquistati nel girone poi la vittoria contro Slovacchia, Brasile, Uruguay. Sarà destinata per la terza volta a classificarsi seconda. La finale è stata una partita equilibrata e spigolosa, come altre finali in stallo per la maggior parte del tempo regolamentare. Poi l’espulsione per somma di ammonizioni di Heitinga, ha fatto emergere il gioco spagnolo. Una vittoria di misura che basta a vincere il primo trofeo mondiale.

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Apr 26, 2020 - anni 90, anni80, Baggio, BFC, Bologna, Calcio    Commenti disabilitati su I NUMERI DELLA SERIE A: LO SCUDETTO

I NUMERI DELLA SERIE A: LO SCUDETTO

numeriIl calcio moderno nasce in Inghilterra nella seconda metà dell’800, in un pub di Londra il Freemasons’ Tavern Great Queen Street. A incontrarsi sono i delegati di undici squadre, fondano la Football Association e si accordano sul primo regolamento ufficiale la data riportata è il 26 ottobre 1863. Viene distinto dal rugby in cui si vuole mantenere sia l’uso dei piedi che delle mani. Dai regolamenti di allora si evince che il calcio conserva ancora le caratteristiche di gioco molto spigoloso, infatti vengono tollerati calci e sgambetti ai possessori di palla. In Inghilterra lo sport si espande a macchia d’olio, viene praticato dagli studenti universitari. In Italia l’organizzazione del primo campionato risale al 1898. I primi tre campionati li vince il Genoa, ma a parteciparvi sono solo quattro squadre di Torino poi di Milano.

La Juventus ha vinto trentacinque titoli ufficiali, è ormai nota la revoca dello scudetto 2004-2005 dovuta allo scandalo “Calciopoli” del 2006 in cui si sono state coinvolte diverse squadre del campionato italiano. A eguagliare questo numero sono la somma delle vittorie delle due milanesi, che risultano essere diciotto a testa. L’Inter è l’unico club che non ha mai disputato la serie cadetta e come il Sassuolo non sono mai retrocessi. Il record per le vittorie consecutive è dei bianconeri che dal 2012 vincono il tricolore ogni anno. Il Genoa ha vinto nove scudetti, sei edizioni delle prime sette, in seguito se ne aggiudica altri tre.

Il Torino e il Bologna hanno entrambi vinto sette scudetti. Il torneo 1926-27 è stato oggetto del primo scandalo legato al calcio in quanto alcuni campioni hanno fatto in modo di perdere le partite per far vincere il Torino per ovvi motivi di denaro. Il Bologna anche se si classifica al secondo posto, si decide che il titolo non viene assegnato in quanto il torneo risulta falsato, ancora oggi dopo quasi un secolo è un tema dibattuto. A Bologna il 29 maggio 1927 è stato inaugurato il Litorale. Dal 1983 la struttura sportiva porta il nome di Renato Dall’Ara, il presidente morto il 3 giugno 1964, tre giorni prima la conquista dello scudetto della sua squadra. Infatti il Bologna il 7 giugno 1964 vincendo lo spareggio contro l’Inter per 2-0 si aggiudica il titolo.

Il Campionato del Bologna 1963-64 rappresenta il più alto ricordo tra i tifosi nati intorno agli anni cinquanta, che rammentano la formazione a memoria: Negri in porta Furlanis, Pavinato, Janich, Tumburus, Fogli, Bulgarelli, Perani, il tedesco Haller, il danese Nielsen, Pascutti; l’allenatore è Bernardini. Le immagini di quei momenti sono fissate nelle loro menti, diventano un’ancora per tornare indietro nel tempo, magari quando allo stadio ci andavano accompagnati dal padre. Il commento ricorrente è legato alla speranza di poter tornare a rivere quella gioia di allora che sembra essere più concreta dopo la presidenza Joey Saputo.

Anche la Pro-Vercelli vince sette scudetti e l’ultimo l’ottiene negli anni ’20. Il Casale vince nel 1914 e la Novese nel 1922. Nell’era moderna la classifica vede la Roma con tre; Napoli, Lazio e Fiorentina con due e con un titolo vinto, troviamo:

  • Il Cagliari di Gigi Riva vince il trofeo 1969-70 lasciandosi alle spalle Inter, Juventus e Milan, il Bologna si classifica decimo a pari punti con la Roma.
  • Il Verona allenato da Osvaldo Bagnoli compie un miracolo e si aggiudica il campionato 1984-85 Garella, Ferroni Volpati, Tricella, Fontolan, Briegel, Marangon, Fanna, Galderisi, Di Gennaro, Elkjær. Il Napoli acquista Maradona ma si classidica ottavo. La Juventus di Rossi, Boniek e Platinì giunge al sesto posto ed è concentrata sulla Coppa dei Campioni che arriva in finale contro il Liverpool. Purtroppo rimangono vividi in memoria i tristi eventi che hanno avuto luogo allo stadio di Bruxelles il 29 maggio 1985. Il Bologna arriva nono nella serie cadetta ma il 28 agosto 1985 riesce a battere il Verone Campione d’Italia nel Girone di qualificazione per la Coppa Italia ma non passa il turno.

 

La Sampdoria l’unico titolo lo vince nella stagione 1990-91. L’allenatore è il grandissimo Vujadin Boškov; la rosa è fenomenale: Pagliuca, Mannini, Invernizzi, Pari, Vierchowod, Pellegrini, Cerezo, Lombardo, Dossena, Vialli, Mancini. La Samp è prima davanti a Milan, Inter e Genoa. Il Parma di Nevio Scala è sesto. La Juventus è settima davanti a Napoli Roma Atalanta e Lazio. Il Bologna retrocede per la seconda e con la presidenza di Corioni e nel 1993 decretano il fallimento del club. Nel 1993 Giuseppe Gazzoni Frascara con alcuni imprenditori felsinei rilevano la società e fondano il Bologna Football Club 1909 ridando lustro alla squadra, portando in città giocatori del livello di Beppe Signori e Roberto Baggio.

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numeri1

Apr 25, 2020 - BFC, Bologna, Calcio, Una Storia    Commenti disabilitati su 25 aprile – Mai così vicini

25 aprile – Mai così vicini

DINO FIORINI – ARPAD WEISZ

Questa è la storia di uno sportivo che si consuma quasi un secolo fa. È però tinta di giallo e dopo tanto tempo se ne parla ancora. Dino Fiorini nasce a San Giorgio di Piano il 15 luglio 1915. Ha una grande passione: il giuoco del calcio. È molto veloce e cresce nelle giovanili del Bologna. Debutta in Serie A contro la Pro Patria a diciassette anni e undici mesi. Viene impiegato come difensore di fascia sinistra, è rapido e ha importanti doti atletiche; lo immagino efficace come il miglior Mitchell Dijks dei nostri tempi.

Mai Così ViciniDino Fiorini debutta l’11 giugno 1933. In forze al Bologna ci sono Biavati, Sansone e Schiavio che realizza 25-30 gol a stagione. È una società che punta ai primi posti in classifica. L’allenatore è un conte Ungherese: József Nagy. Il Bologna vince e diverte. Nel campionato di Serie A 1931-32 è secondo. Nel 1932 vince la Coppa dell’Europa Centrale, la Mitropa Cup.

La grande svolta della società avviene il 26 gennaio 1934, quando inizia la lunga presidenza Renato Dall’Ara. Il Bologna diventa campione della massima seria quattro volte nel decennio: 1936, 1937, 1939 e 1941. Nel 1937 vince il Torneo Internazionale dell’Expo Universale di Parigi, sconfigge i francesi del Sochaux, lo Slavia Praga e in finale segna quattro gol al Chelsea, subendone uno. È una vittoria rilevante, in quanto il calcio è un vanto e un’invenzione degli inglesi. Il Bologna diventa “lo squadrone che tremare il mondo fa!”

Nel 1935 il giovanissimo commissario tecnico del Bologna è Arpad Weisz. Nato in Ungheria, proveniente dall’Ambrosiana, dove ha vinto il torneo di massima serie nel 1930 e allenato un attaccante di pregio: Giuseppe Meazza. Weisz rimane a Bologna fino al 1938 prima di partire per l’Olanda. A causa delle leggi razziali trova rifugio nei Paesi Bassi allenando il Dordrecht. Purtroppo la storia ci ricorda che a quel tempo è considerato un crimine appartenere a una determinata etnia, viene arrestato e deportato prima a Westerbork poi ad Auschwitz dove muore tragicamente il 31 gennaio 1944. Quante gioie gli ha regalato il calcio e quante gliene ha tolte la crudeltà dell’essere umano.

Dino Fiorini è un incredibile terzino di fascia e Arpad Weisz lo descrive così: “Quando Fiorini salta per colpire il pallone di testa, sembra di vedere una scultura, talmente meraviglioso e perfetto è il suo stile” “Poderoso…Estroso…A tratti Insuperabile” “Ogni tanto adopera una finta con cui mette in imbarazzo i propri compagni di squadra” Quante gioie e quante soddisfazioni professionali. Quanti momenti vissuti in gruppo nello spogliatoio e quanti segreti.

Possibile che Dino Fiorini sia un militante scelto della Guardia Nazionale Repubblicana?
Si lo è! Proprio quel corpo dell’esercito che dà la caccia ai partigiani? Si proprio così!
Cosa significa essere schierato con i fascisti? Quindi avrebbe dovuto dar la caccia al suo allenatore? Durante gli anni del conflitto l’avrebbe dovuto portare in un campo di concentramento a morire di sofferenze e stenti? Qualcosa non torna. Dino Fiorini è stato ucciso a Monterenzio nel 1944 per mano della resistenza ma nei verbali, la moglie dichiara che Dino vuole unirsi a Mario Musolesi “Il Lupo” il comandante delle brigate partigiane.

In una bancarella in via Marconi, ho trovato un libro, scritto da Piero Stabellini è intitolato Dino Fiorini “Chi ha ucciso il terzino del Bologna?” È la ricostruzione storica biografica di questo atleta, un ragazzo che ha trovato la morte troppo presto, che le testimonianze di allora, non hanno chiarito i dubbi legati alla sua scomparsa. È deceduto per mano dei partigiani? Voleva unirsi a loro? Venne eliminato per motivi politici? È stato vittima di un omicidio passionale? Infatti aveva messo incinta la sua amante, una bolognese e il marito non si dava pace. Il corpo non è mai stato trovato. E’ possibile dare luce a quanto è successo?

È una storia tinta di giallo e dopo tanto tempo se ne parla ancora, soprattutto in giornate come questa, il giorno che ricorre alla Liberazione, Anniversario della Resistenza. La storia va studiata, capita, ricordata e mai rinnegata. Alcuni delitti non si cancelleranno mai. I fatti storici vanno analizzati, spiegati, studiati con metodo scientifico ma anche vissuti dal punto di vista umano. Il 25 aprile deve unire come ha fatto lo sport per tutte quelle persone. Mai così uniti, mai così vicini, come in questo periodo.

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Mai Così Lontani

Apr 24, 2020 - Calcio, Finali Mondiali    Commenti disabilitati su GERMANIA CAMPIONE

GERMANIA CAMPIONE

FINALI MONDIALI: BRASILE 2014

In Brasile2014 l’Italia non passa la fase a gironi. Nella prima partita gli azzurri vincono 2 a 1 contro Inghilterra ma prendono due rasoiate consecutive, perdendo per 1 a 0 contro Costarica e Uruguay, che invece superano il turno. L’Italia è tra le favorite, ma i numeri non bastano. Alcuni giocatori in rosa sono tra i più forti al livello internazionale, il blocco difensivo rodato della Juve: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, assieme a Marchisio e Pirlo, poi ancora Darmian, De Sciglio, De Rossi, Insigne, Balotelli, Cassano, Immobile. I nostri giocatori dal Paris Saint-Germain: Sirigu, Motta e Verratti, l’allenatore è Prandelli. Stessa sorte nel 2010 in Africa, l’Italia non passa la fase a gironi e i tifosi del Bel Paese hanno smesso di sorridere dalla vittoria 2006.

Germania Cammpione

Germania Cammpione

La Germania Campione del Mondo i Svizzera nel 1954, nel 1974 battendo in finale la temuta Olanda di Cruijff e infine a Roma per l’edizione Italia’90. Nel 2014 a ritmo di samba batte in finale l’Argentina del temuto Messi. Quanto è bella la rose tedesca del 2014? Neuer, Lahm,Boateng, Hummels, Höwedes, Kramer, Khedira,Schweinsteiger, Thomas Müller, Götze, Kroos, Mesut Özil, Klose e Podolski … L’allenatore è Joachim Löw. Nella partita inaugurale la Germania si impone sul Portogallo di Cristiano Ronaldo per 4 a 0. Subito chiariscono sul campo con chi avranno a che fare gli avversari che l’affronteranno. Muller si presenta con una tripletta. Si classifica prima nel suo girone pareggiando con Ghana e vincendo il match con gli Stati Uniti. Anche l’Argentina termina al primo posto a pieni punti, battendo in ordine Bosnia ed Erzegovina, Iran e Nigeria.

I giochi si fanno duri e l’Argentina passa i turni contro la Svizzera di Lichsteiner, Shaqiri, Dzemaili, Behrami e Inler. Vince contro il Belgio di Lukaku, Mertens e Hazard poi l’Olanda di Robben, Van Persie, Blind, de Guzman e Sneijder. La Germania invece riesce a vincere contro Algeria, Francia campione del mondo uscente. In semifinale la Germania impone una sconfitta storica al Brasile davanti al suo pubblico. Il Brasile perderà con l’Olanda per 3 a 0 anche la finale per il terzo e quarto posto. Vanno a segno Müller, Klose, Khedira, due volte Kroos e Schürrle e vincono 7 a 1. Il 2014 è l’anno della Germania. La finale è a Rio de Janeiro, l’arbitro è Nicola Rizzoli. Ai tempi supplementari Götze segna il gol che consacra la rappresentativa tedesca per la quarta volta campione del mondo.

Un match che non si sblocca nei tempi regolamentari e nemmeno sembra entrare mai nel vivo. Un incontro che non diverte. Le squadre rimangono in stallo per i due tempi, come nella Finale di Roma a Italia 90 sempre tra Germania Argentina, terminata 1 a 0. In quella partita gioca Maradona e si risolve a pochi minuti dalla fine, con un fallo di Sensini (difensore del Parma) su Völler in area e Brehme realizza il gol che regala la quarta coppa ai tedeschi. Capita spesso che le finali sono destinate a un gioco statico, di studio che si dilata anche per i due tempi, per paura di scoprirsi, di subire gol, di perdere, poi una sola porterà a casa la coppa. Anche in queste due finali la soddisfazione più grande l’hanno potuta provare solo i tedeschi.

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Apr 22, 2020 - anni 90, Baggio, BFC, Bologna, Calcio    Commenti disabilitati su Baggio un fuoriclasse rossoblu e dai mille colori

Baggio un fuoriclasse rossoblu e dai mille colori

Nell’estate del ’97 a Bologna c’è un’atmosfera frizzante, il Presidente Gazzoni presenta il neo acquisto della squadra: Roberto Baggio. La piazza lo accoglie con grandissimo fervore. Da poco più di 19.000 abbonati  della stagione precedente si passa a 27.344. Un incremento notevole, ma la classe paga e il Baggio Nazionale ne ha da vendere. La squadra è discreta per affrontare il campionato di Serie A. L’allenatore è Ulivieri, il grande professore che prende in mano le redini del Bologna nel 1994 in serie C1 e si classifica primo,

Il Numero 10

Il Numero 10

l’anno seguente vince anche il torneo cadetto. Nel 96-97 si classifica al settimo posto e giunge in semifinale in Coppa Italia, perdendo a pochi minuti dal fischio finale. Tra i pali c’è Sterchele perchè Antonioli è vittima di un lungo infortunio. Poi ancora Carnasciali, Mangone, Paganin, Torrisi, Marocchi, Cristallini, Magoni, Fontolan, Nervo, Kolyvanov e Andersson. Chi fa la differenza è Roberto Baggio. Nel Milan non aveva molte possibilità di giocare per via della folta rosa. A fine campionato si tengono i Mondiali di Francia e Divin Codino ci vuole essere. Sceglie il Bologna per poter mettersi in mostra, non esistono ostacoli per il campione. Quando Ulivieri decide di tenerlo in panchina per la partita contro la Juventus, con personalità, lascia il ritiro e non si presenta il giorno della gara. Un giocatore di quel livello non si può e non si deve mettere in ombra neanche per qualche minuto, l’allenatore si chiarisce e il girone di ritorno del Bologna è da record per la società e si qualifica per partecipare all’intetoto pallonebacon Baggio che diventa capocannoniere con 33 gol; è suo il posto nella rosa della nazionale. L’attaccante ha un piede unico ed educato, vederlo giocare ogni domenica è un piacere assoluto per tutti i calciofili, infatti riceve applausi e acclamazioni da molte compagini di tifosi anche di altre squadre. La sua visione di gioco unica e irripetibile, ripaga il pubblico pagante di quanto speso per assistere. Quella giocata che nessuno può prevedere, lui la gioca e lancia giocatori veloci come Nervo, Fontolan, Kolyvanov. Si procura punizioni, falli, rigori, mette gli altri giocatori in condizione di segnare, poi rimangono le sue giocate confuse quasi tra i sogni. Roberto Baggio è nato in provincia di Vicenza il 18 febbraio 1967, la sua tecnica e l’intelligenza calcistica gli permette di spaziare in ruoli sia in centrocampo che in attacco. Inizia la carriera nella Lanerossi Vicenza che tutti ricordano per un altro campione del passato: Paolo Rossi. Si vede che in zona tira aria di gol. Il Divin Codino passa successivamente alla Fiorentina dove lascia un segno importante per i tifosi, poi Juventus, Milan e Inter per chiudere la carriera nel Brescia. Ai mondiali del ’90 conquista il terzo posto, nel 1993 Vince il Pallone d’oro, nei Mondiali del 1994 negli Stati Uniti la Nazionale di Sacchi trova l’argento, in finale Baresi, Massaro e Baggio sbagliano i rigori e il Brasile vince il titolo.

Stadio Renato Dallara Bologna

Stadio Renato Dallara Bologna

Per Baggio, probabilmente, questa sarà la spinta per partecipare anche a Francia ’98. In discussione con gli allenatori da Lippi, Sacchi, Ulivieri ma per chi ha potuto assistere a una sola sua presenza in campo, se lo ricorderà per sempre. Un uomo che è diventato testimone di pace nel mondo che ha raggiunto le soddisfazioni e i record dei grandi campioni di sempre.

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Apr 19, 2020 - Calcio    Commenti disabilitati su Il CALCIO TOTALE, TOTALE PASSIONE

Il CALCIO TOTALE, TOTALE PASSIONE

pallone Il mio primo ricordo calcistico riguarda i boati del pubblico pagante in Curva Andrea Costa dello Stadio Comunale di Bologna, che facevano vibrare le finestre di casa, infatti abitavo a pochi passi dall’impianto sportivo. In gioventù era possibile entrare allo stadio e assistere gratis agli ultimi minuti di partita perché venivano aperti i cancelli. Ora sarebbe impensabile. Con il passare degli anni, Bologna ha subito un enorme mutamento. È cambiata la gente che gira e che vive nel centro storico, è cambiato tutto tranne i tifosi, che da allora non sono mai cambiati, anche se sono passati i decenni. A Bologna può cambiare tutto: l’architettura, la cultura, la politica tranne la cucina e il calcio. Questi due aspetti culturali rimarranno sempre marcati e vivido, vissuti con un’atmosfera tutta particolare. Credo anche nella altre piazze come Roma, Firenze, Genova, Bergamo, Torino, Milano e in tutta Italia, il tempo trasforma e cambia gli italiani ma la passione per il calcio mantiene ancorati ad alcune tradizioni. Nel tempo questi modi di vivere e di essere saranno inalterati.

Negli anni settanta giocavo a pallone con delle scarpe poco eleganti, ereditate da un mio amico a cui era cresciuto il piede più in fretta. Con quelle scarpe con sei tacchetti, da campo pesante, ci feci due campionati poi ne comprai delle altre nuove. Giocavamo sempre a calcio, ovunque trovassimo uno spiazzo accessibile. Nei cortili della parrocchia, delimitando le porte con due sassi e giocando anche in una ventina in un rettangolo di asfalto largo come un campo da calcetto. Per spiare qualche attimo di partita, si andava lungo i portici della Basilica di San Luca perché da li si poteva scorgere un pezzetto di campo, almeno fino alla ristrutturazione dell’impianto sportivo, avvenuta con i Mondiali del ’90.

Panorama2

Qualche volta si andava ad assistere alla partita, non come lo zio eche aveva abbonato tutta la famiglia, con mio padre, in quel periodo si ascoltava la radio. La trasmissione era “Tutto il calcio minuto per minuto” con gli interventi da tutti i campi di Enrico Ameri, Nicolò Carosio, Sandro Ciotti. Nel tardo pomeriggio in televisione guardavamo la Domenica Sportiva con Paolo Valenti. Mi ricordo un pomeriggio, a fine allenamenti della squadra, che con alcuni amici, andammo a chiedere l’autografo a Zinetti, a Chiodi, a Colomba. Poi il debutto di Roberto Mancini, avevo dieci anni, ma chi se lo scorda? Chiesi l’autografo anche a lui, senza neanche sapere chi era e chi sarebbe diventato.

Ho appena rivisto il documentario “Il profeta del gol” di Sandro Ciotti, mi sono tornati alla mente tanti ricordi. La sigla iniziale composta da Bruno Martino è una perfetta macchina del tempo che traghetta a metà degli anni settanta. Il film racconta della nazionale olandese quale perfetta espressione del calcio totale, lo stile di gioco che fa ruotare i ruoli, avvicendando le posizioni degli atleti. Racconta di Johan Cruijff considerato un calciatore fra i migliori di tutti i tempi. Ciotti intervista Zoff, Mazzola Chinaglia, Rivera e il grande Giacomo Bulgarelli. Ripercorre le gesta della Nazionale dei Paesi Bassi rivelazione del Mondiale 74 in Germania e del 78 in Argentina classificandosi per entrambe l’edizioni al secondo posto. Forse Cruijff è un dei primi ricordi del calcio stellare, uno sport che a quei tempi aveva una dimensione più umana. Una grande passione che non potrà mai mutare.

 

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Apr 9, 2020 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Feuilletons il calcio è femmina

Feuilletons il calcio è femmina

Esergo: Il Calcio apre alle donne!

L’allenatore è presso la sede di Vicenza per incontrare il presidente e adempiere ad alcune formalità. Succesivamente andrà al ritiro di Roma per esaminare la squadra.
I giocatori della Piano Badile stanno praticando un allenamento specifico di rifinitura, indicato dallo staff tecnico del trapassato allenatore, asfissiato dall’afa canicolare e dal clima torrido portato dall’anticiclone Satana, di conseguenza a caldo abbiamo raccolto la dichiarazione di Nada Lino, difensore centrale e bandiera della società.

– Sè tutta questione di resilienza! Ve lo dico io! Giuro che affronteremo e usiremo da questo problema! Casso! Peccato che dovremo incontrare presto il nuovo allenatore. –

Infatti per la prima volta nella storia, nel campionato di massima divisione, il direttore tecnico sarà una donna. I giornali sportivi hanno dedicato intere pagine alla vicenda che inizierà con un nuovo percorso.

calcio2L’attaccante ultra quarantenne Andrej Bulgakov che tira con entrambi i piedi, non capisce una parola della nostra lingua e si esprime solo a gesti e cenni. Solo ora l’attaccante ha appreso la notizia dal suo personal translator:
– v kachestve trenera na skameyke budet zhenshchina! –
che tradotto significa: “Avrai una donna in panchina come allenatore”.
In un primo momento pensando a una burla rise di gusto. Avendo poi capito che nessuno scherzava, ha esposto la sua approvazione esternando tutta l’enciclopedia dei gestacci. Tutto rivolto a indicare la sua passione innata per (come si dice in russo) la kartofel’. Alla domanda del nostro invitato:
– Andrej è soddisfatto della scelta della dirigenza d’ingaggiare un’allenatrice? –
pronunciò la prima frase in italiano: – Andrej piace fica! –
Mentre Nada Lino si era già ampiamente espresso riguardo la questione di Loredana Stella.

Questa mattina i giocatori si stanno allenando nella tecnica fallica per cui si sono distinti in passato. Appena l’allenatrice scende dall’auto blu, muovendo i suoi lunghi capelli biondi, che vaporosi danzano nell’aria leggeri, tutti si fermano. Ordinando di mettersi in fila, con l’aiuto di alcuni membri dell’ex staff tecnico, inizia a passare rassegna gli atleti:

– Tu! Allaccia i cordonetti! –
– Tu! Hai la divisa in disordine! –
– La tua è sbiadita! –
– Tu … Fatti almeno un tatuaggio come si deve! –
– Poi si ferma: – Tu come ti chiami? –
– Marco –
– Marco e poi? –
– Soccer –
– Socmel cosa?
– No Socmel.. Marco Soccer! –
– Allora parla forte! Come ti chiami … bestia!
e con un pò più di fervore…
– Marco Soccer! –
– Ti vergogni del tuo nome??? Voglio che ti sentano fino in tribunaaaa!-
– Marco Soccer! –
– Che ruolo giochi? –
– Difensore Centrale –
– Che cavolo urli, micca dobbiamo spiegare in tribuna tutti i segreti tattici!!!-
– Ora vi farete quattro giri di campo al piccolo trotto, poi altri quattro a cazzo di cane ma veloci, dopo di che vi voglio negli spogliatoi così vi inizio a elucubrare alcune peculiarità della mia tattica: la “ZONA EMME” per cui sono diventata molto famosa e il mio blog ha raggiunto i due milioni di follower –
I giocatori corrono scomposti intorno al campo e Nada Lino e Marco Soccer bofonchiano strane parore:

– Ciò ZioCantante! Ma come parla? Sa vola? Elu? Elu Cosa vol dire? Tosa maledetta! –
-Lino… Significa che ci fa capire come se gioca e se sta in campo. –
– Ciò ZioCantante! Marco sei molto informato! Hai fatto le scuole medie? –
– No no sono rimasto all’elementari a distanza ma seguo il suo blog da qualche tempo… –
– Maledetto! Giochi contro!
– No ma ha dei bei capelli! Ho iniziato a seguirla e ho imparato a tenermi i capelli in modo perfetto. Vedi anche i miei come sono vaporosi?? –
– Ciò ZioCantante! Volevo chiedertelo già da un pò di tempo ma poi.. Cosa usi? –
– Balsamo agli usei!!! –
– Ciò ZioCantante! Dai corri Mona! –

I giornalisti vengono allontanati dallo spogliatoio ma un nostro inviato spia, pagato profumatamente è all’interno e possiamo pubblicare qualche gospel e alcuni gossip. Ecco alcuni passaggi dell’articolo.

La zona emme essenzialmente si compone di due momenti di giochi, uno propenso alla difesa e un altro disposto per l’attacco. I giocatori in un primo momento avevano capito che tutti insieme dovessero giocare in difesa quando gli avversari avanzavano e viceversa attaccare in massa quando la squadra avrebbe attaccato, ma non era del tutto corretto. Il modulo infatti è in difesa 1-9-1 mentre quando si attacca 1-1-9. Quindi Nada Lino sarebbe stato l’unico a non oltrepassare mai la metà campo. Si indignò e prese la tattica come un affronto personale, lasciando alcuni minuti prima il centro tecnico.Infatti anche il portiere avrebbe potuto fare alcune sortite nella metà campo avversaria, per distrarre l’avversario. Tutti tranne il difensore Nada Lino, bandiera della Piano Badile dai temi della serie cadetta. Non è passato ancora un giorno e già sono nati i primi attriti.

È tutto dal ritiro della Piano Badile, presto altre notizie.

Il Vostro inviato Lino Ciarlozzi.

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I precedenti della Piano Badile

 

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Mar 29, 2020 - libri, Una Storia    Commenti disabilitati su Feuilletons di un’atipica leva calcistica

Feuilletons di un’atipica leva calcistica

Esergo: Il Calcio alza il Pil!

Successivamente alla straordinaria promozione nella massima serie del campionato di calcio italiano, la squadra del Piano Badile di Vicenza ha scelto la città di Roma, come meta del ritiro estivo per preparare i propri atleti. A tutto tondo, la dirigenza ha scelto la Capitale, in alternativa alle vette montane che per tradizione e per il clima sono solitamente scelte da tutti i club per gli allenamenti estivi. Quest’anno il clima è caratterizzato da Satana, un anticiclone africano che ha portato una temperatura torrida e un vento umido sulla penisola, creando molti disagi.
Il commento a caldo del capitano della squadra è:

– Te s’avevo deto che il Mister sarebbe colassato, per il troppo caldo! Ormai lè fora allenamento! Potevamo andar come al solito sui Monti di Cadore! Invece eccoci qua a correr sui gradoni del Colosseo, come antichi centurioni! Con questi giapponesi che ci scattano foto e selfie e non sanno manco chi casso siamo! –

Feuilletons

Il Calcio alza il Pil

L’allenatore giace al suolo per via di un collasso canicolare. Il portiere della Badile si critica alcune scelte societarie con il difensore centrale, il nuovo arrivo dal Sud America, Gino Lavas. Un moretto di chiare origini creole proveniente da Tobago, un ragazzo molto giovane che ha già litigato con lo sponsor perché gli vuole far indossare un modello di scarpe di colore blu e marrone con sei tacchetti, diverso da quello stabilito nel contratto.

L’allenatore giace a terra quasi esanime. Il suo assistente premuroso, tenta un’invettiva contro una vecchia che è stata assunta per scaramanzia a sgranare il rosario, ma la caccia malamente indicandole che è assurdo pregare, rivolgendosi al Colosseo, e precisa che l’arena romana non è sacra e mai lo è stata. In società girano strane voci, tutti s’interrogano sul rapporto che si è instaurato tra l’allenatore e il suo assistente, infatti sembrano innamorati, ma come è ben noto i rapporti omosessuali nel calcio non esistono o sono segretissimi e la stampa tace sulla questa vicenda.

L’attaccante Andrej Bulgakov non rilascia dichiarazioni perché parla pochissimo la lingua italiana, infatti è russo e comunica solo a gesti e scatti. Lo sguardo con gli occhi azzurri e le sue espressioni sono imperturbabili, sarebbe adatto al gioco del Poker, ma mai averlo come rivale. Tira con entrambi i piedi ed è stato acquistato dalla Dinamo di Kiev per una cifra irrisoria dal momento che ha quarantadue anni , partecipò perfino alla rivoluzione russa. Purtroppo la Piano Badile non può permettersi giocatori molto costosi e ingaggi da capogiro ed è l’unico straniero che rientra nel budget.

Questa mattina i giocatori si sono allenati. L’allenamento della Piano Badile consiste nella prova dei falli. Infatti la squadra è divenuta famosa non per il bel gioco espresso ma per il comportamento antisportivo: le Badilate. Colpi che vengono scoccati da dietro, ai fianchi, sulle caviglie, sui polpacci e dove possono risultare molto dolorosi.

Si eseguono sempre allenamenti specifici, vengono invitati professori da ogni parte del mondo per tenere master. Esperti di wrestling e arti marziali spiegano come colpire consapevolmente e a freddo. Si tengono corsi per evitare di essere scoperti da tutti gli arbitri e come rendere inefficace il VAR. Il giocatore con il numero 17 sulla maglietta, senza essere visto, indossa la mimetica e gioca il ruolo di guastatore.

Il numero 13 è destinato al fuoriclasse che oltre a far male agli avversari,

possiede anche doti sciagurate da iettatore, quando viene schierato quantomeno piove copiosamente. Il ruolo del numero 13 induce gli avversari a giocare riparando gli zebedei, come se fossero sempre giocatori in barriera, di conseguenza perdono in agilità.

Purtroppo la grande disgrazia è accaduta: l’allenatore è morto di caldo canicolare, i tifosi si stanno interrogando chi prenderà in mano le redini della squadra che tra pochi giorni disputerà le amichevoli pre-campionato.

L’abbiamo chiesto a Nada Lino il difensore e capitano della Piano Badile, con queste parole ha commentato l’evento:

– Ciò ZioCantante! Non ti so dire!!! Ma la società l’ha zielto le capitali e non i monti per il ritiro e per il periodo estivo non sono adatte, che c’è un’afa da morir –

Il nostro inviato ha poi rivolto una ulteriore domanda:

Nada Lino cosa ne pensa di Loredana Stella come allenatore, che potrebbe prendere le redini della vostra panchina? –

– Ciò ZioCantante! No! No un’allenatore donna…? Ciò ZioCantante No! La donna allo stadio si! Fa un anca un bel vedere Ma chiede sempre quanto stanno! La donna non è adatta al calcio!!! Guarda le partite dei campionati femminili… Ciò ZioCantante è come bere la birra senz’alcool!!! Donna al volante pericolo costante!! ZioCantante Non sarebbe adatta… Io andrei al Milan!!!! –

Viene posta un’altra domanda al fuori classe :

– Quindi Nada Lino…. ci sono possibilità che una bandiera come Lei, possa cambiare società? –

Risposta: – Ripeto Si! Se viene Luridana Stela io vado via… non sono maschilista nella vita, ma in campo solo sfere virili! Mi non sono misogeno-

correggendolo il giornalista aggiunse

– vorrà dire misogino…-

Ma Nada Lino è sempre più confuso:

– Gino chi? …ZioCantante… E’ arrivato uno nuovo?-

dopo una potente flautolenza il fuori classe aggiunge:

– Peto e ripeto …Lei s’immagina nello spogliatoio? La donna non è idonea al calcio!! –

Il cronista è esterrefatto per le dichiarazioni del giocatore che vanno contro la politica aziendale della testata giornalistica che invece ha interesse a portare l’attenzione del pubblico sul calcio femminile.

Questa a-tipica leva calcistica

Questa a-tipica leva calcistica

L’intervista comunque risulta utile solo ad alimentare le polemiche, infatti si sta già elaborando e concretizzando la notizia:
LOREDANA STELLA È IL FUTURO DELLA PIANO BADILE
GRANDI ASPETTATIVE RIGUARDANTI LA SUA ZONA “M”

poi ancora:
Finalmente la firma – del primo allenatore donna nella massima divisione italiana.
Inoltre:
Notizia piccante – In”zona Cesarini” la dirigenza della Piano Badile ha voluto fortemente e conferma l’allenatore rosa.
In fine:
Decisione storica – La Piano Badile porta le gentil chiappe di una donna sulla panchina di serie A per la prima volta.

In questo momento stanno emergendo alcune indiscrezioni dagli spogliatoi, pare che Nada Lino, storica bandiera della promozione della Badile, sia partito per Milano, ma rincorso da un dirigente è stato convinto a rimanere. Purtroppo l’ultima dichiarazione ai microfoni ricca di commenti maschilisti e da fallocrate gli farà scontare tre giornate di squalifica. Una D.A.SPO che gli vieterà l’accesso ai centri sportivi per tre turni. Nada Lino non è vergine di dichiarazioni e comportamenti discriminanti, in passato è stato punito molte volte.
Intanto alcuni giocatori si allenano alla pallacorda, altri si preparano atleticamente in disparte ma non abbiamo idea se diffondono cattivo odore oppure se sono le cessioni del mercato ancora aperto. Alcuni palleggiano con palle mediche da trenta chili e provano d’infortunarsi per stare con le fidanzate, altri muoiono di caldo canicolare.

Baffo c'è

Baffo c’è

È tutto dal ritiro della Piano Badile, presto altre notizie.

Il Vostro inviato Lino Ciarlozzi.

 

RACCONTO BREVE DI NICOLA RIZZOLI OMONIMO DELL’ARBITRO

LA NOVECENTO

 

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